Riassunto analitico
La tesi in oggetto, visto il dilagare delle infiltrazioni mafiose nel settore dei contratti pubblici, tratta della documentazione antimafia e delle sorti del contratto pubblico stipulato in seguito all’aggiudicazione del bando di gara, nel caso in cui il Prefetto emetta una informativa interdittiva. Nel corso della trattazione viene fatta la distinzione tra elementi gli che compongono la documentazione antimafia quali la comunicazione antimafia e la informativa antimafia; entrambe trovano il loro obiettivo nel contrastare l’illegale infiltrazione delle associazioni criminali nelle procedure di assegnazione degli appalti pubblici, ciò che le differenzia è il presupposto sulla base del quale queste vengono emanate. La documentazione antimafia trova origine nel D.Lgs. 159/2011 cd. Codice Antimafia il quale viene qui esaminato in combinato disposto con il D.Lgs 163/2006 cd. Codice dei Contratti Pubblici, ciò permette di analizzare quelle che sono le sorti del contratto pubblico qualora il Prefetto emani una informativa successivamente alla aggiudicazione definitiva e dopo la stipula del contratto in quanto l’informativa antimafia è, oggi, divenuta una vera e propria condizione per l’aggiudicazione dell’appalto. Per trarre tali conclusioni è necessario individuare quelli che sono i poteri di autotutela della pubblica amministrazione e quali conseguenze possono produrre, infatti a seconda del momento in cui il Prefetto invia la informativa interdittiva e quindi la Pubblica Amministrazione agisce in autotutela può aversi la nullità dei provvedimenti amministrativi o la revoca. Inoltre a seconda del momento in cui interviene l’informativa cambiano le competenze giurisdizionali che passano dal giudice amministrativo, se si è nella fase dell’aggiudicazione, al giudice civile se occorre valutare quelli che sono gli effetti del contratto poi revocato, stipulato dalla pubblica amministrazione e l’aggiudicatario soggetto all’informativa prefettizia.
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