Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Questo studio si propone di studiare l’influenza che hanno gli arti superiori sull’equilibrio e la stabilità della persona su un gruppo di 10 soggetti sani over 70. È noto infatti che soprattutto in questa fascia di età e soprattutto per le donne il rischio di caduta è molto elevato e noi vogliamo indagare quanto l’arto superiore abbia una influenza in questa statistica. Uno degli aspetti importanti infatti sono le fratture verificatesi all’arto superiore specie se avvenute entro un anno. Clinton (2009) su un campione di 320 donne anziane ha mostrato che la frattura di omero prossimale era associata con un aumento dell’83% del rischio di frattura dell’anca.
SCOPO: Un obbiettivo di questo tesi è di valutare in modo strumentalizzato il MDRT in quanto tale test è stato utilizzato e studiato in diversi studi ma sempre solo valutando la distanza percorsa dagli arti in fase di reaching, noi ci propopniamo di valutare in questo test anche la migrazione del COP. Inoltre sempre all’interno di questo test è necessario sapere se esistono sostanziali differenze tra lato dominante e non dominante essendo questa differenza poco documentata in letteratura. Un altro obbiettivo è valutare la presenza di pattern ricorrenti nella popolazione durante lo svolgimento delle prove per poi poterle confrontare con una popolazione di pazienti operati all’arto superiore e per valutare se questi ultimi abbiano una diminuzione di stabilità dinamica e un aumentato rischio di caduta.
MATERIALI E METODI: Sono stati reclutati 10 soggetti sani di età compresa tra i 70 e gli 86 anni di cui 6 donne e 4 uomini in grado di mantenere autonomamente la posizione eretta e senza eventuali fratture all’arto superiore nell’ultimo anno. Su tutti è stato valutato il Frat-up prima di iniziare il test. Sono state volte prove sulla pedana di forza in posizione eretta a occhi aperti, chiusi e su una pedana per eliminare l’afferenza propriocettiva. In tutti è stato poi eseguito il MDRT. Tutte le prove sono state riprese con una telecamera laterale rispetto al paziente e una posteriore. Tutte le prove sono state eseguite 3 volte. In posizione eretta per 30 secondi, il MDRT ordinado il movimento 3 sec dopo l’inizio della registrazione, registrando per 5 secondi la posizione di reaching e per 10 secondi il ritorno in posizione eretta. I dati sono stati poi analizzati valutando la migrazione del COP sui grafici cartesiani e le strategie di movimento attraverso i video.
RISULTATI: Analizzando i grafici è emersa la presenza di un movimento anticipatorio prevalentemente durante il reaching anteriore ma presente anche in quello laterale, assente invece nel reaching posteriore. Durante la fase di ritorno abbiamo assistito a una migrazione posteriore del COP rispetto alla posizione di partenza. L’escursione del reaching è maggiore anteriormente rispetto che posteriormente, mentre è piuttosto simmetrico a livello laterale. La strategia maggiormente utilizzata dai soggetti è una strategia d’anca. Le misurazioni si sono dimostrate semplici da eseguire.
CONCLUSIONI: Non esistono sostanziali differenze tra lato dominante e lato non dominante. I test hanno mostrato la presenza di importanti aggiustamenti posturali anticipatori sia nel reaching anteriore che nel reaching laterale la cui variazione potrebbe poi correlarsi con un aumentato rischio di caduta in soggeti con una limitazione a livello della articolazione della spalla. Il test sulla pedana di forza si è dimostrato semplice da spiegare e da eseguire e dunque utilizzabile anche sulla popolazione patologica.
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