Riassunto analitico
Tra le manifestazioni dell’autotutela della Pubblica Amministrazione (P.A.) rientra l’annullamento d’ufficio, cui la P.A. sempre ha fatto ricorso per la propria “capacità di farsi giustizia da sé” e che, solo dal 2005, trova espressa disciplina nell’art. 21-nonies della legge del 7 agosto 1990 n. 241. Il lavoro in esame vuole indagare lo stretto rapporto intercorrente tra l’annullamento d’ufficio e la discrezionalità dell’amministrazione, dinnanzi ad un atto illegittimo ed alla sussistenza di un pubblico interesse alla sua eliminazione. Particolare rilievo occupa l’analisi della ragionevolezza del termine dall’emanazione dell’atto considerato illegittimo, entro il quale la P.A. esercita il potere di autotutela. Attraverso un excursus giurisprudenziale si evidenzia anche che, gradualmente, alle regole generali e consolidate, in base alle quali l’annullamento d’ufficio sarebbe espressione di discrezionalità amministrativa (salvi i presupposti dell’illegittimità e dell’interesse attuale all’eliminazione del provvedimento), fa eccezione il cosiddetto annullamento d’ufficio doveroso. La doverosità trova fondamento quando “l’interesse pubblico all’emanazione del provvedimento è considerato in re ipsa, in quanto vi è la prevalenza di taluni interessi considerati particolarmente rilevanti”. La copiosa giurisprudenza presente in materia, inoltre, mette in luce l’atteggiamento della P.A. in considerazione dell’importanza del rispetto dei termini, del legittimo affidamento del privato eventualmente creatosi e del dovere di conclusione del procedimento amministrativo mediante un provvedimento espresso. Il tema è quanto mai attuale, coinvolgendo questioni profondamente avvertite come gravi dalla consapevolezza sociale e politica; ciò lo si evince anche dai numerosi e recenti interventi legislativi, quali la L. 69/2009, la L. 190/2012 e la L. 98/2013, volti a garantire tempi “certi e ragionevoli”. Lo sviluppo del lavoro mostra come, nonostante questi ultimi, sia ancora profondamente necessario un intervento che possa determinare nella P.A. un effettivo rispetto dei termini procedimentali e di esercizio dell’autotutela, garantendo maggiore certezza nel legittimo affidamento ingeneratosi nel privato destinatario del provvedimento amministrativo.
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