Riassunto analitico
Bisogna partire dal presupposto che l’integrità della persona è un diritto costituzionalmente garantito e tutelato dall’ art. 32 Cost. il quale sancisce che “la Il danno biologico, insieme al danno morale ed esistenziale, è inquadrato nella categoria del danno non patrimoniale. Il danno non patrimoniale attiene alle lesioni riferibili all’integrità fisica e all’ambito socio-relazionale di un soggetto. Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività ” e, più specificamente, dall’ art. 5 c.c. stabilendo che “gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge (art 579 c.p.), all’ordine pubblico o al buon costume ”. Ho analizzato anche il danno psichico come species del danno biologico. Per danno psichico si intende un’alterazione dell’equilibrio mentale di un soggetto a causa di un evento che quest’ultimo non ha adeguatamente elaborato e superato e presenta ripercussioni che siano medicalmente accertabili. Quanto al danno tanatologico, tale istituto fa riferimento al caso in cui, a seguito di un danno, sopraggiunge immediatamente o quasi immediatamente la morte del soggetto danneggiato. Dal momento in cui è pacifica la risarcibilità di un danno biologico in quanto lesione all’integrità fisica, dovrebbe essere pacifica anche la risarcibilità nel caso in cui questa integrità fisica venga completamente a mancare a causa di un evento la cui lesività non può andare oltre: la morte.Il diritto al risarcimento del danno ruota intorno agli articoli 2056 c.c. (“il risarcimento dovuto al danneggiato si deve determinare secondo le disposizioni degli artt. 1223, 1226 e 1227”) e 1226 c.c. (“se il danno non può essere provato nel suo preciso ammontare, è liquidato dal giudice con valutazione equitativa”). Il termine risarcimento fa riferimento all’obiettivo di restituire al soggetto leso la precedente situazione, materiale o giuridica, o almeno questa è la speranza. Talvolta, anche i prossimi congiunti della vittima principale godono di un diritto al risarcimento; tale diritto è subordinato alla sussistenza di due presupposti: uno di diritto e uno di fatto.
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