Riassunto analitico
Il primo Rapporto nazionale sulla condizione dell'infanzia e della gioventù, evidenzia come il mondo in cui viviamo non sia adatto ai bambini. Lo scopo dell’analisi di questo articolo è tutelare l’integrità sessuale dei minori alla luce dei recenti provvedimenti legislativi e cercare di ottenere diritti che meglio rispondano alle istanze sociali e possano far sentire la vittima protetta e non più molestata.. La sfera sessuale, è di per sé un argomento delicato e lo diventa ancora di più quando riguarda una personalità delicata e ancora in via di sviluppo, come quella minorenne. Fino al XX secolo, l’abuso sui minori era in realtà un fenomeno consolidato, un tabù al quale la società divenne improvvisamente sorda e cieca. Solo nel secolo scorso è emersa questa piaga sociale, che gradualmente ma inevitabilmente è diventata oggetto di studio. Fino ad oggi, quando il tema della tutela dell’infanzia – soprattutto in relazione a forme ostili di abuso come quello sessuale – è diventato centrale in diverse legislazioni nazionali così come a livello europeo e internazionale. Pertanto, il concetto di infanzia si trasforma da una vaga fase transitoria a momento di espressione e creazione umana. Intervenire in un settore del genere è senza dubbio particolarmente difficile: facile criticare le scelte del legislatore, difficile proporre valide alternative. Il presente elaborato parte dall’analisi delle fonti normative cercando di evidenziare gli istituti finalizzati a tutelare l’integrità sessuale del minore, evidenziandone gli aspetti critici e l’evoluzione nel tempo. Obbiettivo ultimo è focalizzare l’attenzione su cosa si è fatto e cosa ancora si può fare per garantire una tutela a 360° gradi del minore e della sua integrità sessuale. È proprio partendo dalla vittima e pensando ad essa che ogni prospettiva di riforma dovrebbe essere pensata, ponendo in secondo piano la pretesa punitiva dello Stato e quella, spesso pressante, della collettività. “Considerato che l’umanità ha il dovere di dare al fanciullo il meglio di se stessa” recita la premessa della Dichiarazione dei diriitti del bambino del 1959, enunciando così, in modo forte e pervasivo, l’intento che dovrebbe guidare la mano del legislatore nel disciplinare la materia.
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