Riassunto analitico
ABSTRACT L’associazione tra terapia antiretrovitale (ART) e lipodistrofia (LD) è ben consolidata, ma la patogenesi della malattia è ancora poco compresa. Farmaci, e in particolare gli inibitori della proteasi, accumulati nel tessuto adiposo colpiscono la biologia degli adipociti e l’espressione genica attraverso diversi meccanismi. Studi recenti hanno evidenziato la capacità di questi farmaci di modulare l’autofagia e la lipofagia, ma non sono stati ancora effettuati studi su cellule adipose umane. Abbiamo utilizzato due modelli cellulari: la linea cellulare umana preadipocitaria SW872 e le cellule staminali della polpa dentale (DPSC), derivanti dalla cresta neurale. Entrambe sono state trattate o meno con fattori (desametasone, IBMX, insulina) capaci di indurre differenziamento in senso adipocitario, e analizzate per l’espressione di geni legati al differenziamento adipocitario e all’autofagia e per l’assumulo lipid droplets nel citoplasma. Il trattamento con gli agenti differenziativi indicati induce l’upregolazione di geni coinvolti nel differenziamento adipocitario, quali PPARγ, C/EBPα, geni legati all’autofagia/lipofagia, quali ATG5 e RAB32, e l’accumulo di lipid droplets nel citoplasma sia nelle cellule SW872 che nelle DPSC. Il trattamento con le stesse molecole, in presenza degli inibitori della proteasi (PI) amprenavir, ritonavir e atazanavir altera il differenziamento adipocitario riducendo la proliferazione, bloccando l’adipogenesi e inducendo lipolisi. È perciò possibile concludere che i PI contribuiscono alla patogenesi della LD correlata alla ART anche alterando la capacità dei preadipociti di completare il proprio differenziamento in senso adipocitario.
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