Riassunto analitico
La tesi si occupa di analizzare il rapporto fra discriminazione e forme di tutela penalistiche. Essa si articola in quattro capitoli. Nel primo verranno evidenziate le tesi gius-filosofiche che ne hanno fondato il dibattito. Inoltre, nell'ultimo paragrafo si evidenzierà la rilevanza costituzionale dei temi in commento, con particolare menzione dei principi di uguaglianza e della libertà di espressione, necessariamente coinvolti nella riflessione. Nel secondo si delineeranno i concetti chiave di “hate crimes” e “hate speech”, bullismo omolesbotransfobico e cancel culture. Questi rappresentano infatti la modalità con la quale si esprime l’odio nella società contemporanea, un fenomeno spesso aggravata dell’uso delle tecnologie informatiche. Nel terzo si fa riferimento al reato di istigazione e propaganda a delinquere per motivi di discriminazione etnica, razziale e religiosa nonché ai reati associabili conseguentemente o contemporaneamente a queste situazioni quali diffamazione(reati di opinione e cause di giustificazione), ingiuria, lesioni, stalking,manipolazione ed istigazione al suicidio ,sottolineando che è situazione ben diversa dal limitare la libertà di manifestazione del pensiero; inoltre si analizzano le sentenze internazionali ove è emersa palesemente la discriminazione attuata ( discriminazione di genere e per l'orientamento sessuale ) e si accenna al d.d.l. Zan . Nelle conclusioni si esplicita che dall' analisi il diritto penale interviene riconoscendo e condannando le singole condotte e che l'art. 604 c.p. ,non limita la libertà della manifestazione del pensiero inoltre l'unico apparente limite all' attuazione del principio internazionale non discriminatorio poteva essere quello dell'attribuzione delle competenze ma in realtà non lo rappresenta .
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