Riassunto analitico
Abstract
The aim of this study is to evaluate which functions are achieved by teacher code-switching (CS) practices within an English Foreign Language (EFL) classroom. More specifically, the research objectives are to identify “when” and “why” the bilingual teacher switches from the target language (English) to the students’ language (Italian). To address these research questions, I used classroom observation based on the Conversational Analysis (CA) framework. I analyzed transcribed data from audio-recordings of 10 hours of interaction between the teacher and young learners aged 10-11 years who were attending a private language school. Two broad categories of CS emerged from the analysis: “Acquisitional CS” and “Interpersonal CS”. Each was found to fulfil multiple functions with (i) Acquisitional CS being utilized for the purpose of “correcting” (both “overt correction” and “covert correction”), “dealing with procedural trouble” and “negotiating meaning”; whereas, (ii) Interpersonal CS was utilized with the function of “providing personal information”, “showing concern”, “reassuring” and “showing interest”. Results indicated that these two categories evidenced different patterns of discourse organization. On the one hand, Acquisitional CS was used in a number of classroom contexts; its main function was to repair trouble occurring in relation to the pedagogical aim taking place at a specific moment of the interaction. On the other hand, Interpersonal CS occurred while distancing from the pedagogical focus as a way to show affiliation to the students by expressing empathy. In adopting the notion of “contextualization cues” (Gumperz 1982; 1992), the categories and functions of CS brought to light the dual roles and identities of the participants in the classroom: the educational one and the social one. The findings revealed that the teacher’s use of CS in the classroom was multi-functional. As a discursive strategy, it facilitated teaching and learning the new language; it was also found to be conducive to the creation of interpersonal relationships with the students. The conclusion that can be drawn from this data is that switching to the students’ native language is a useful tool in the classroom environment, functioning equally well in the educational context with its intended goals as in the social context within the institutional setting.
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Abstract
Abstract
Questo studio valuta l’uso del code-switching (CS) nell’interazione tra insegnante e alunni durante l’insegnamento della lingua inglese. Il CS è una pratica linguistica nota nei parlanti bilingue che consiste nel passaggio da un codice linguistico ad un altro. Nello specifico l’obiettivo era di identificare in quali occasioni e con quali funzioni l’insegnante bilingue passa dalla lingua straniera (inglese) alla lingua degli alunni (italiano). Per questo studio ho applicato un metodo di osservazione basato sull’Analisi della conversazione (AC). Sono stati analizzati dati raccolti durante una lezione che si è tenuta in una scuola di lingue straniere durante 10 ore di interazione tra un’insegnante e cinque alunni di 10-11 anni. L’analisi ha evidenziato due modelli distinti di gestione dell’interazione facendo emergere due categorie di CS: (i) La prima riconducibile all’acquisizione della lingua straniera; (ii) la seconda rivolta alla creazione di rapporti interpersonali con gli alunni. Dai risultati emerge che i CS della prima categoria si verificano quando nell’interazione emergono elementi di disturbo che ostacolano l’apprendimento, di conseguenza lo scopo è di riportare gli alunni verso gli obiettivi pedagogici. I CS sono quindi usati in vari ambiti della prassi pedagogica come la “correzione”, divisibile a sua volta in “correzione esplicita” e “correzione implicita”, la “gestione di problemi procedurali” e la “negoziazione di significato”. I CS appartenenti alla seconda categoria si verificano quando nell’interazione c’è un allontanamento dall’obiettivo pedagogico e si viene a delineare uno spazio caratterizzato dalla vicinanza tra insegnante ed alunno. In questo caso sono usati per “fornire informazioni personali”, “manifestare preoccupazione “, “rassicurare” e “manifestare interesse”. Nello specifico, l’aver utilizzato gli indicatori di contesto “contextualization cues” (Gumperz 1982; 1992) ha permesso di interpretare le funzioni del CS. Tali indicatori hanno fatto emergere i presupposti culturali legati alle identità dei partecipanti (Baraldi e Gavioli 2015): quelle dettate dal loro ruolo istituzionale e quelle derivanti dalla loro convergenza al medesimo gruppo sociale. Il CS è pertanto una strategia comunicativa che a seconda dell’interazione, da una parte contestualizza e riafferma le richieste dell’insegnamento e dall’altra introduce elementi nuovi nel contesto, manifestandosi come attenzione alla persona. Per concludere, la pratica del CS da parte dell’insegnante in classe è multi-funzionale: oltre ad essere uno strumento pedagogico che facilita l’insegnamento della lingua straniera, si rivela essere una utile risorsa comunicativa per la creazione di relazioni positive con gli studenti.
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