Riassunto analitico
Il versante nord-est del Colle Piagneto, localizzato nell’omonima località sita all’interno del comune di Collagna (RE), è affetto da instabilità globale su grande scala identificata come scivolamento di roccia costituito da blocchi di grande scala e torri di roccia che scivolano lungo il versante verso il torrente Biola per una lunghezza totale di 250m, una larghezza di 230m e una profondità massima di 60m, e per un volume totale stimato intorno a 2.5 Milioni di metri cubi. Dal confronto delle foto aeree degli ultimi 50 anni si evidenziano significative evoluzioni del versate con movimenti regressivi di oltre 50 metri. La frana è attualmente attiva e si muove con velocità variabili (dell’ordine di decine di centimetri all’anno) in funzione della distribuzione stagionale delle precipitazioni, costituendo un elevato fattore di rischio per la strada statale 63 e per l’incolumità di chi la percorre. La strada statale 63 del Valico del Cerreto (SS 63), così denominata fino a Reggio Emilia, è una strada statale e regionale che collega la Toscana all'Emilia-Romagna. Ha inizio nel comune di Aulla, si dirige verso l'Appennino Tosco-Emiliano, valica il Passo del Cerreto, dove la strada entra in Emilia-Romagna, attraversa Collagna, Busana, Castelnovo ne' Monti, Casina, Puianello, Rivalta; entra poco dopo a Reggio Emilia, ed esce a nord della città. In prossimità del Comune di Collagna la SS63 è stata più volte danneggiata da movimenti franosi che hanno interessato il versante nord-est del Colle Piagneto. È generalmente riconosciuto che le precipitazioni sono tra le cause scatenanti più frequenti per l’innesco dei fenomeni franosi, e in particolare in quest’area si può dimostrare lo stretto legame esistente tra la piovosità e la variazione di velocità di movimento della frana. Per cui l’obiettivo di questo studio è quello di capire come la piovosità causa le variazioni nel movimento della frana (in termini di accelerazione e decelerazione) e cercare di identificare, dallo studio dei fenomeni franosi e di pioggia avvenuti nel passato, quegli eventi piovosi caratterizzati da valori limite di intensità, durata, quantità di pioggia cumulata ecc., tali per cui il sistema entra in crisi producendo accelerazioni che potrebbero determinare movimenti franosi pericolosi; sviluppando così un modello idrogeologico del dissesto. Tale studio, oggi di interesse puramente scientifico-accademico, potrebbe in futuro acquisire anche un interesse in termini di protezione civile se utilizzato, ad esempio, come sistema d’allerta per l’eventuale chiusura della strada in previsione di un evento piovoso che potrebbe risultare determinante per l'innesco di un nuovo movimento franoso. Il lavoro svolto è suddiviso nei seguenti punti: a) Studio e monitoraggio della sorgente, situata alla base del versante, in continuo (tramite stramazzo triangolare di tipo Thompson) e in periodico (eseguendo in sito prove di portata, misure finalizzate a tarate il sistema sorgente-stramazzo e prelevando campioni d’acqua per prove di laboratorio). b) Monitoraggio ed elaborazione dei dati delle precipitazioni, piovose e nevose, da serie storiche fornite dal Servizio IdroMeteoClima di ARPA Emilia Romagna, e confronto di questi con i dati di monitoraggio della sorgente e di spostamento del versante. c)Elaborazione dei dati di monitoraggio topografico del versante mediante Stazione Totale (Laica TM30). d) Creazione di un modello numerico tridimensionale idrogeologico del versante, con l’utilizzo del software Feflow, finalizzato alla caratterizzazione idrogeologica del versante e alla simulazione dei processi odierni, passati e futuri.
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