Riassunto analitico
L'elaborato di tesi si pone come obiettivo quello di studiare e analizzare la corretta applicazione processuale, nella quotidiana prassi giudiziaria, della disciplina e dei suoi rigorosi criteri applicativi, previsti per disporre la custodia cautelare in carcere. Questa tesi di laurea riflette, altresì, una considerazione del detenuto non solo come reo, bensì come persona, e come tale portatore di diritti riconosciuti sia a livello costituzionale sia a livello internazionale. L'elaborato si articola in due sezioni: alla teoria della prima segue la prassi della seconda sezione. Nella prima parte è stata considerata la disciplina processuale delle misure cautelari coercitive personali, analizzando le modalità e gli strumenti con cui i principi costituzionali di inviolabilità della libertà della persona umana trovano attuazione nella disciplina codicistica. La seconda sezione del lavoro di tesi procede, invece, contemplando l'analisi della struttura architettonica costituzionale e codicistica, posta a tutela della libertà dell'individuo, attraverso il confronto della medesima con i dati che emergono dalla prassi applicativa. Dalla realtà concreta emerge un profilo di criticità relativamente ai detenuti in attesa di una penale condanna definitiva: ciò, unitamente al drammatico dato del sovraffollamento carcerario, pone in risalto un utilizzo improprio degli strumenti cautelari previsti dal legislatore. La particolare gravità di tale questione è stata evidenziata anche dalla Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, che ha condannato l'Italia per violazione dell'art.3 della Convenzione Europea dei diritti dell'uomo, qualificando il sovraffollamento carcerario come trattamento disumano e degradante. In risposta alla sentenza di condanna, tra i vari interventi che l'ordinamento italiano ha posto in essere, il mio lavoro di tesi si sofferma sullo strumento del braccialetto elettronico, quale possibile alternativa alla custodia cautelare in carcere.
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