Riassunto analitico
La presente ricerca verte sull’osservazione, lo studio e l’analisi di complesse pratiche politiche emerse in coincidenza dell’implementazione di un programma di rialloggiamento governativo in un quartiere autocostruito situato nell’Area Metropolitana di Lisbona, Portogallo. L’esperienza di campo, condotta tra il mese di dicembre 2013 e il maggio 2014, è stata condotta principalmente nel Bairro Santa Filomena, Comune di Amadora. Il Programa Especial de Realojamento (D-L nº.163/93 del 7 Maggio) offre l’opportunità ai municipi delle aree metropolitane di Lisbona e Porto di procedere all’eliminazione dei quartieri “clandestini” e di provvedere al nuovo alloggiamento dei residenti in abitazioni di edilizia pubblica. Il D-L inquadra il problema abitativo come “una piaga ancora aperta nel nostro tessuto sociale”. L’attuale implementazione del processo, a più di venti anni di distanza dalla sua formulazione originaria, ha prodotto complesse dinamiche di adattamento, resistenza e lotta. Il quartiere di Santa Filomena è caratterizzato da una elevata segregazione spaziale, etnica e socio-economica dei residenti, in maggioranza migranti di origine capoverdiana. Molti residenti sono rimasti esclusi dal Programa perché insediatisi a seguito del censimento, svoltosi nel 1993, previsto per la valutazione della portata quantitativa dello stesso: per loro non sono previste compensazioni per la demolizione della casa. La demolizione degli edifici rappresenta il perno su cui poggia il progetto governativo di riallocazione. Per gli investitori privati implicati e per il municipio un terreno socialmente spoglio è la premessa essenziale per sviluppare l’area. Un’iniziale resistenza organizzata è stata incoraggiata da un Collettivo per il diritto alla città che ha promosso la formazione di una Commissione dei Residenti, che ha veicolato la lotta “dal basso” per circa un anno. In linea generale hanno però prevalso forme alternative e informali di adattamento, basate sulla consolidazione delle reti familiari transazionali e di vicinanza. Il processo di demolizione a cui sono soggette le baraccas sembra rappresentare, nella sua violenza urbicida, il punto di convergenza simbolico e politico di differenti pratiche istituzionali relative al trattamento della marginalità urbana e dell’informalità abitativa.
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Abstract
This research focus on the observation, the study and the analysis of complex political practices emerged in coincidence of the implementation of a governative rehousing programme in an informal neighborhood situated in the Lisbon Metropolitan Area, Portugal.
The field experience, conducted between December 2013 and May 2014, has been developed principally in the Santa Filomena Bairro, Municipality of Amadora.
The Programa Especial de Realojamento (D-L nº.163/93 7th of May) offers the opportunity to the municipalities situated in Lisbon and Porto metropolitan areas of succeeding in eliminating clandestine neighborhoods and providing to the reallocation of the residents in social houses.The decree contextualize the housing problem as “a still open plague in our social fabric”.
The current process implementation, more than twenty year far from the original formulation, has produced complex adaptation, resistance and fighting dynamics.
The Santa Filomena neighborhood is characterized by an elevated spatial, ethnic and socio-economic segregation of the residents, principally capeverdean migrants.
Many residents have been excluded from the Programa because their settlement occurred after the census developed in 1993 for the quantitative evaluation of the programme: no compensation is expected for the housing destruction.Bulldozing homes represents the rehousing governative programme cornerstone. For the private investors involved and for municipality, an empty social fabric is the precondition for developing the area.
An organized resistance has been supported by a Right to the City Collective that promoted a Resident Commission formation: this Commission spread the fighting “from below” for almost a year. Generally, alternative and informal adaptation forms prevailed, based on the consolidation of neighborhood, familiar and transnational networks.
The bulldozzing process of the baraccas seems to represent, in his urbicide violence, the symbolic and political convergence point of different institutional practices related to the treatment of urban marginality and housing informality.
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