Riassunto analitico
Automedicarsi significa curare autonomamente piccoli disturbi quotidiani di natura transitoria, senza l’intervento del medico. Per farlo si può ricorrere ai cosiddetti (c.d.) farmaci di automedicazione, per i quali, per essere dispensati dal farmacista, non sussiste l’obbligo di presentare la ricetta medica (farmaci OTC). L’uso di questi farmaci è perciò molto ampio ma è necessario ricordare che questi medicinali sono stati pensati per l’utilizzo nella fase acuta di piccole patologie facilmente riconoscibili/diagnosticabili dal paziente stesso. La tesi si è focalizzata sugli effetti collaterali dovuti all’uso cronico e all’abuso dei farmaci OTC più venduti in Italia. Gli effetti collaterali derivano, infatti, da un impiego cronico e scorretto, facilitato proprio dal semplice approvvigionamento da parte del paziente/cliente di Farmacia e Parafarmacia. Il primo capitolo della tesi tratta i decongestionati nasali; molecole ad azione simpatico-mimetica, α1-agoniste, in grado di indurre una costrizione della muscolatura liscia dei vasi sanguigni a livello della mucosa nasale. I decongestionanti nasali riducono il flusso di sangue a livello locale, favorendo la pervietà delle vie aeree superiori e diminuendo così il gonfiore che caratterizza lo stato di congestione nasale. Durante l’uso continuativo di questi farmaci, formulati come spray nasali, il soggetto, nel lungo periodo, manifesterà riniti medicamentose, mal di testa ed emicrania che possono portare anche ad un aumento della pressione arteriosa. Il secondo capitolo della tesi si è dedicato ai FANS (Farmaci Antiinfiammatori Non Steroidei), in particolare alla molecola dell’Ibuprofene, farmaco molto utilizzato contro il dolore da lieve a moderato. Si trova in tantissime specialità medicinali, sia da solo che in associazione con altri farmaci. Purtroppo l’Ibuprofene è abusato ed il suo utilizzo cronico induce effetti collaterali di tipo gastrointestinale, da stipsi e dissenteria a complicanze maggiori come ulcere, perforazioni ed emorragie gastriche. Il terzo capitolo ha trattato i lassativi, assunti dal paziente in varie formulazioni come microclismi, supposte e compresse gastroresistenti. Sono trattamenti che, nel tempo, possono portare a dolori addominali di tipo crampiforme, dissenteria e coliche addominali. In alcuni casi possono indurre malassorbimento intestinale. L’ultimo capitolo della tesi si è focalizzato sugli inibitori della c.d. pompa protonica, utilizzati cioè contro il reflusso gastroesofageo e nel caso di ulcere gastrointestinali causate, oltre che da Helicobacter Pylori, anche dai FANS. Questi farmaci inducono un’ottima inibizione della secrezione gastrica acida che però, allo stesso tempo, è un'importante barriera immunologica per il tratto gastrointestinale. Questo è il motivo per cui l'ipocloridria generata dall'inibizione della secrezione acida aumenta il rischio di colonizzazione batterica e quindi di alterazione della flora batterica intestinale, rendendo perciò suscettibile l’intestino ad infezioni enteriche. Ogni capitolo si conclude con una proposta di medicazione orientata principalmente ad alternative c.d. naturali che possono, nel caso in cui il medico lo consenta, sostituire il farmaco, riducendo così i possibili effetti collaterali. Il messaggio di questo elaborato si conclude con la necessità di bilanciare gli effetti farmacologici con gli effetti collaterali dei farmaci OTC che sono utili solo se assunti nelle corrette modalità.
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