Riassunto analitico
I Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto, comunemente detti droni, in solo un decennio hanno costituito il settore di crescita più dinamico dell’industria aeronautica. Il problema principale che sorge nell’ambito di questa nuova tecnologia è il fatto che essi non siano ancora associati a un quadro normativo completo che, anzi, è ancora in via di definizione e di sviluppo. Il presente elaborato mira appunto a descrivere le tappe di questa evoluzione. I primi tre capitoli sono dedicati a una visione dei droni dal punto di vista internazionale. Si parte infatti dai primi cenni di regolamentazione di tali velivoli, attraverso la Convenzione Internazionale della Navigazione Aerea (ICAN), per poi passare alla più famosa Convenzione di Chicago del 1944 sull’Aviazione Civile Internazionale. Proprio questa, di fatto, è considerata il documento più importante per la regolamentazione dell’aviazione civile internazionale e i droni sono stati riconosciuti aeromobili ad opera di essa. Da ciò, chiaramente, discende che anche agli aeromobili a pilotaggio remoto vanno applicate le regole contenute nella Convenzione di Chicago e nei suoi allegati, chiamati Annessi ICAO, sviluppati appunto dall’omonima organizzazione creata a seguito del Trattato. È stato segnalato come l’ICAO operi principalmente attraverso Standard e Pratiche Raccomandate, le SARP, e come queste necessitassero, al momento della emersione dei droni, di essere riviste per potersi adattare meglio a questi nuovi velivoli e permettere loro di poter accedere allo spazio aereo non segregato; l’obiettivo, invero, era quello di non fare più volare i droni esclusivamente in segmenti di spazio aereo limitati. Quindi, alcuni degli argomenti su cui i primi tre capitoli del presente elaborato si concentrano, sono senz’altro le differenze operative e tecniche che i droni presentano rispetto all’aviazione con equipaggio a bordo, e dunque ai relativi pericoli accentuati per quanto riguarda possibili collisioni con altri utenti dello spazio aereo o persone presenti al suolo. Vengono così presi in considerazione da ICAO, e dalla comunità internazionale, lavori di revisione delle presenti SARP ed emanazione di manuali guida per quanto riguarda la normativa dei droni: si tratta della Circolare ICAO 328 del 2011 e del seguente Manuale sugli RPAS (acronimo inglese di “Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto”) del 2015. Fra le modifiche più importanti previste da tali norme, vi si ritrova sicuramente l’emendamento dell’Annesso ICAO 1 che riguarda l’introduzione di una patente per i piloti remoti. Altre modifiche altrettanto fondamentali, in via di elaborazione, riguardano invece il Certificato di Aeronavigabilità per i droni, requisiti di registrazione e requisiti tecnici da apporre al velivolo in sé (come il sistema Detect and Avoid, il quale permette di rilevare un ostacolo ed evitarlo, in quanto la vista fisica di esso è resa impossibile per la mancanza del pilota sul mezzo). Il lavoro di ICAO è inoltre molto importante in vista dell’obiettivo di integrare i droni nello spazio aereo misto con l’aviazione tradizionale, perché mira a limare le diverse frammentarietà normative presenti da Stato a Stato. Naturalmente questo scopo è percepito come ingente e difficile da realizzare nel breve periodo e perciò sono state create tabelle di marcia che fissano sequenze temporali all’interno delle quali devono essere raggiunti determinati obiettivi e soddisfatte alcune caratteristiche, in modo da procedere ad una evoluzione e integrazione graduale.
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