Riassunto analitico
Le patologie muscolo-scheletriche sono sempre più diffuse nella società occidentale e sono aumentate del 25% nell’ultimo decennio, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione e si può quindi dedurre che questa tendenza possa mantenersi in costante crescita negli anni a venire. I disturbi articolari cronici più diagnosticati nei Paesi occidentali sono l’osteoartrite e l’artrite reumatoide, entrambe caratterizzate da un aumento dell’infiammazione e dello stress ossidativo, con conseguenti e progressive alterazioni istologiche e sintomi fortemente disabilitanti per l’individuo. Queste condizioni patologiche sono croniche e la maggior parte delle persone interessate ha problemi in più di una regione anatomica, con conseguenti difficoltà nello svolgimento delle normali attività quotidiane. La gestione di questi pazienti è complessa proprio a causa della natura cronica di queste condizioni che necessitano di una regolare valutazione dell’impatto della malattia e della risposta individuale al trattamento unite alla presenza di comorbidità e alla mancanza di studi mirati sugli esiti a lungo termine per guidare al meglio la terapia. Attualmente l’impiego di medicinali convenzionali (soprattutto farmaci antinfiammatori steroidei e non steroidei) si sta rivelando efficace, ma è spesso associato a gravi effetti collaterali trattandosi di terapie a lungo termine. L’obiettivo è quello di raggiungere la massima efficacia terapeutica e allo stesso tempo ridurre al minimo l’incidenza di effetti collaterali. Entra quindi in gioco la fitoterapia come unico trattamento di queste patologie o come coadiuvante alla terapia convenzionale. Utilizzate per millenni nell’erboristeria tradizionale, le piante medicinali costituiscono una promettente terapia alternativa, con un tasso più basso di eventi avversi e risultati di efficienza frequentemente comparabili a quelli dei farmaci convenzionali. Tuttavia, il loro meccanismo d’azione è in molti casi ancora ignoto e/o incerto. Le piante medicinali sono da tempo riconosciute come importanti fonti di composti terapeuticamente attivi. La ricerca basata sui dati scientifici supporta i benefici medici e farmacologici dei composti derivati dalle piante, con un crescente interesse per l’identificazione e la caratterizzazione di componenti bioattivi provenienti da fonti naturali. I FANS e i glucocorticosteroidi vengono infatti comunemente prescritti per il trattamento di dolori e condizioni infiammatorie di varia natura. Tuttavia, queste classi di farmaci sono spesso associate ad effetti collaterali gravi, quali sanguinamento gastrointestinale, immunosoppressione e nefrotossicità. Nasce quindi l’esigenza di focalizzare l’attenzione sulla fitoterapia come valida alternativa alla terapia farmacologica, poichè sostenuta da un’efficacia millenaria dimostrata. Questi rimedi possono avere un effetto benefico non solo sui sintomi, ma anche sul decorso della malattia. Lo scopo di questa tesi è quello di riassumere le informazioni disponibili, ottenute da database medici e dalla letteratura scientifica, sulle principali piante medicinali che sono state segnalate per avere attività antiartritica in vitro, in modelli animali e anche in studi clinici umani: Arnica montana, Hargophytum procumbens, Boswellia spp., Curcuma spp. e Zingiber officinalis.
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