Riassunto analitico
Il lavoro di tesi è stato sviluppato con l’intento di chiarire gli aspetti di un nuovo modello di business entrato in voga nell’ultimo lustro: il Freemium. In particolare, analizzare come questo modello sia diventato una colonna portante dell’economia di alcuni settori, mettere in luce le caratteristiche positive in termini di offerta ai consumatori, e di smascherare le insidie che si nascondono dietro questa strategia di impresa. L’obiettivo del progetto è quello di dimostrare come un’azienda possa fatturare, offrendo un prodotto o un servizio base gratuito ad una quantità numerosa di persone, grazie ad una quantità minima di utenti che effettuano l’upgrade dal servizio free al servizio premium. Inoltre, e soprattutto, si intende esaminare quali sono le diverse cause che spingono una modesta (nonché sufficiente) percentuale di utenti ad adottare la soluzione più ricca di contenuto, ma a pagamento. La tesi si articola in quattro macro-sequenze, la prima delle quali tenta di dare una spiegazione agli atteggiamenti e ai comportamenti delle persone di fronte a prodotti o servizi gratuiti, servendosi di concetti di psicologia del consumo, e getta le basi per comprendere i meccanismi di diffusione del servizio Freemium; la seconda entra nel dettaglio del modello, descrivendo le caratteristiche di funzionamento dello stesso, nonché i vantaggi, ed esamina inoltre i percorsi che hanno portato al successo alcune aziende negli ultimi anni; la terza macro-sequenza ha come nucleo centrale il caso specifico di Spotify, ed illustra, tramite analisi quantitative e qualitative, la percentuale di conversioni dal servizio free a quello premium che avvengono in Italia, e quali sono le diverse cause che spingono l’utente all’upgrade, partendo da un’indagine effettuata tramite questionario e giungendo a specifici risultati e implicazioni; infine, il lavoro che compone la quarta macro-sequenza si spinge oltre la descrizione tecnico-economica del modello, e descrive un contesto insidioso per i consumatori, a volte pericoloso, preso già di mira da critici e dall’Antitrust.
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