Riassunto analitico
Una recente rassegna della letteratura conclude affermando che l’esposizione professionale agli anestetici inalatori non è senza rischio. Il datore di lavoro è quindi tenuto a valutare i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori derivanti dalla presenza di tali anestetici aerodispersi all’interno delle sale operatorie. Il presente lavoro di tesi ha avuto come scopo di verificare l’inquinamento ambientale da desfluorano (D) e sevofluorano (S) nelle sale operatorie del Policlinico di Modena, durante alcune tipologie di sedute chirurgiche definite a rischio di inquinamento sulla base di precedenti controlli. I monitoraggi ambientali sono stati effettuati durante la somministrazione di D o S nel corso di interventi di chirurgia ostetrico-ginecologica (S), chirurgia toracica (D), chirurgia ORL pediatrica (S) e chirurgia pediatrica (S). Le misurazioni sono state eseguite in un punto fisso con campionamenti istantanei ogni 2 minuti circa durante le sedute operatorie, utilizzando l’analizzatore multigas Brüel & Kjaer mod. 1302 posizionato direttamente in sala e con il punto di prelievo posto in zona anestesia. I livelli ambientali di D e S, in particolare quelli di S misurati nelle sedute di chirurgia pediatrica in senso lato, continuano a chiedere attenzione. Per ridurre l’inquinamento dell’aria e quindi l’esposizione dei lavoratori a D e S, si conferma la validità delle misure di prevenzione e protezione, suggerite a seguito di una valutazione dei risultati dei precedenti controlli, di seguito riportate: effettuare l’induzione inalatoria solo quando è strettamente necessaria; effettuare l’induzione inalatoria con una maschera che consenta di ridurre al minimo la dispersione di anestetico; diluire gli interventi con induzione inalatoria su diverse sedute; ruotare gli anestesisti e gli infermieri di anestesia sulle sedute operatorie con induzione inalatoria; assicurare che l’induzione inalatoria sia effettuata da anestesisti con sufficiente abilità nell’applicazione di tale tecnica; assicurare che l’induzione inalatoria venga effettuata in sale operatorie dotate di sistemi di ventilazione di elevata efficienza; informare e formare il personale di sala operatoria sui rischi legati all’esposizione ad anestetici alogenati; rispettare scrupolosamente le procedure di lavoro; adottare i comportamenti diretti a ridurre la dispersione di vapori anestetici; effettuare la manutenzione preventiva e programmata degli impianti e delle apparecchiature di sala. Per ridurre ulteriormente l’inquinamento dell’aria durante le sedute di chirurgia pediatrica, si richiama l’attenzione sull’opportunità di: verificare l’idoneità delle maschere pediatriche attualmente in uso a garantire la minima dispersione di gas; provare ad utilizzare i tubi tracheali cuffiati nei bambini al di sotto degli 8-9 anni; provare ad utilizzare e/o a verificare l’efficacia del sistema a doppia maschera. A questo riguardo si fa presente che il personale addetto alle sale operatorie e l’intero vertice aziendale sono obbligati a fare propri, a mettere a disposizione e ad utilizzare per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori tutti gli ultimi ritrovati del progresso tecnico. Poiché non risulta essere stato ancora delineato un completo profilo tossicologico e, di conseguenza, non sono stati neppure definiti i valori limite di esposizione professionale, risulta indispensabile attenersi al principio ALARA (As Low As Reasonably Achievable), ossia al principio di massima cautela affinché l’esposizione professionale ad agenti chimici pericolosi quali il D e il S sia ridotta al minimo.
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