Riassunto analitico
Introduzione e scopo dello studio L’anziano, rispetto al paziente adulto, ha una maggiore probabilità di ammalarsi e ancor di più di essere affetto da patologie croniche, progressive e invalidanti, ove si consideri che oltre l’80% dei maggiori di 75 anni è affetto da almeno una malattia cronica e ben il 30% di essi da tre o più. La polipatologia ha importanti implicazioni, oltre che per il paziente, anche per il medico. Lo stato di polipatologia frequentemente si associa ad una condizione di polifarmacoterapia , con importanti ricadute di tipo clinico legate agli eventi avversi e alle potenziali interazioni. La terapia farmacologica con farmaci ipolipemizzanti è di uso estremamente comune nel paziente adulto, soprattutto in relazione alla presenza di una patologia cardiovascolare conclamata o in una condizione di rischio cardiovascolare elevato. La letteratura sull’uso di questi farmaci nell’anziano è al contrario estremamente carente, in considerazione della scarsa rappresentatività di pazienti di età avanzata negli studi clinici controllati. Scopo di questa ricerca è stato caratterizzare l’uso di farmaci ipolipemizzanti in una popolazione di pazienti anziani ospedalizzati con polipatologia. Metodologia Sono stati presi in esame i dati provenienti da 102 Unità Operative di Medicina Interna o di Geriatria sparsi nel territorio nazionale, facenti parte dello studio REPOSI (Registro Politerapie della Società Italiana di Medicina Interna) nelle coorti 2010 e 2012. In questo database sono stati raccolti i dati da un totale di 2171 soggetti, di cui 1057 (48,7%) maschi e 1114 (51,3%) femmine. Lo studio è stato focalizzato sui tassi di prevalenza di assunzione di farmaci ipolipemizzanti fra i più documentati in letteratura in relazione alle caratteristiche sociodemografiche dei pazienti, alla politerapia, alle comorbilità presenti e al rischio cardiovascolare generale stimato a 10 anni mediante l’algoritmo dello studio Framingham. Risultati Il numero di pazienti trattati con farmaci ipolipemizzanti era di 508 (23,4%), di cui 252 (49,6%) maschi e 256 (50,4%) femmine. La prevalenza di assunzione di suddetti farmaci fra i pazienti in politerapia farmacologica (maggiore di 5 preparati) era significativamente più elevata: 32,3% contro 10,6%. I principi attivi maggiormente utilizzati dalla totalità del campione erano l’Atorvastatina (50,5%) e la Simvastatina (35%). Fra i pazienti in politrattamento l’Atorvastatina rimaneva quello più utilizzato (12,6%), seguito dalla Simvastatina (9,9%); fra i pazienti che assumevano meno di 5 farmaci era la Simvastatina la più utilizzata (3,6%), seguita dall’Atorvastatina (2,6%). Lo studio ha messo in luce che il rischio cardiovascolare stimato a 10 anni non differisce in maniera significativa fra chi assume o meno un farmaco ipolipemizzante.
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