Riassunto analitico
L’intervento coronarico percutaneo (PCI) primario sulla lesione colpevole è lo standard di cura nei pazienti con infarto miocardico con sopraslivellamento del tratto ST (STEMI). Tuttavia, la strategia ottimale di rivascolarizzazione per lesioni non colpevoli (non-IRA) significative nel contesto dello STEMI rimane controverso. L’importanza nel definire una strategia risiede nel fatto che approssimativamente il 30-60% dei pazienti con STEMI presenta patologia multivasale (MVD). Lo scopo del nostro studio, osservazionale e retrospettivo, è stato esaminare le differenze in outcomes per pazienti con STEMI e MVD in funzione della strategia adottata, vale a dire se è stato praticato PCI sulla sola lesione colpevole (gruppo “lesione colpevole) oppure PCI multivasale durante procedura indice (gruppo “lesione indice”) oppure PCI multivasale differita prima della dimissione ospedaliera (gruppo “lesione differita”). Tra il 2011 e 2014, 1185 pazienti con STEMI sono stati sottoposti a PCI primario, ma solo 530 sono stati inclusi nello studio perché presentavano patologia multivasale (stenosi >50%). Tra loro, 318 erano nel gruppo “lesione colpevole”, 44 nel gruppo “lesione indice” e 168 nel gruppo “lesione differita”. Mortalità per cause cardiovascolari, restenosi/trombosi dello stent ed eventi cardiaci avversi maggiori (MACE), che includevano angina, infarto miocardico (IM) e scompenso cardiaco, sono stati comparati tra i diversi gruppi. Follow-up minimo di 12 mesi ad un massimo di 24 mesi. Dopo aver eliminato da ciascun gruppo i pazienti con classe III e IV di Killip, la mortalità cardiovascolare a 2 anni nei pazienti trattati con PCI multivasale differita era la più bassa se confrontata con gli altri due gruppi (5.5% vs 15.1% vs 14.3%, p=0.008). A un mese l’infarto miocardico si verificava solo nel gruppo “lesione colpevole” (4.2%, p=0.006). Durante l’intero follow-up l’evento infarto miocardico era significativamente più basso nel gruppo “lesione differita” rispetto agli altri due gruppi, mentre l’evento anginoso era significativamente più alto nel gruppo “lesione colpevole” e lo scompenso cardiaco nel gruppo “lesione indice” rispetto ai rimanenti gruppi. La trombosi di stent si verificava prevalentemente nel gruppo “lesione colpevole” (p<0.05) mentre la restenosi vaso colpevole avveniva meno nel gruppo “lesione differita” (2.5% vs 5.6% vs 7.1%, p=0.001). L’analisi multivariata ha mostrato che il gruppo “lesione colpevole” era un significativo predittore indipendente di mortalità cardiovascolare (p<0.003) e MACE (p<0.001) a un anno e restenosi vaso colpevole (p=0.05). Nei pazienti con STEMI e MVD, una rivascolarizzazione differita è associata ad esiti clinici migliori se confrontata con le altre due strategie.
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Abstract
Primary percutaneous coronary intervention (PCI) of culprit lesion is the standard of care in patients presenting with ST elevation myocardial infarction (STEMI). However, optimal revascularization strategy for significant non-infarct related artery (non-IRA) in the setting of STEMI remains controversial. The importance of defining of such a strategy lies in the fact that approximately 30-60% of patients with STEMI have multivessel disease (MVD). The aim of this study, observational and retrospective, was to examine the differences in outcomes for patients with STEMI and MVD as a function of whether they underwent culprit-only PCI (“culprit lesion” group) or multivessel PCI (“index lesion” group) during the index procedure or staged multivessel PCI (“staged lesion” group) before hospital discharge.
Between 2011 and 2014, 1185 patients with STEMI underwent primary PCI, but only 530 were included because they had MVD (luminal narrowing >50%). Of them, 318 patients were in “culprit lesion” group, 44 in “index lesion” group and 168 in “staged lesion group”. Cardiovascular death,target lesion revascularization, stent thrombosis and major adverse cardiac events (MACE), included angina, myocardial infarction (IM) and heart failure were compared between different groups. A minimum follow-up period of 12 months and maximum 24 months.After excluding the patients in III/IV of Killip’s classification for each groups, at 2 years cardiovascular death was the lowest among patients treated with staged MV PCI and it was similar than the two other groups (5.5% vs 15.1% vs 14.3%, p=0.008). At one month IM occurred only in “culprit lesion” group (4.2%, p=0.006). During all follow-up IM was significantly lower in “staged lesion” group than the two other groups, differently angina was significantly higher in “culprit lesion” group while heart failure was significantly higher in “index lesion” group than remaining groups. Stent thrombosis occurred mainly in “culprit lesion” group (p<0.05) while revascularization on target vessel was lower in “staged lesion” group (2.5% vs 5.6% vs 7.1%, p=0.001). Multivariate analysis showed that ”culprit lesion” group was a significant independent predictor of cardiovascular death (p<0.003) and MACE (p<0.001) at one year and IRA revascularization (p=0.05).
In patients presenting for STEMI with MVD, a staged revascularization is associated with more favorable outcomes compared with treating only the IRA or multivessel in acute.
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