Riassunto analitico
Questo lavoro di tesi è volto all’analisi del mondo delle start up nel panorama italiano, cioè alla nascita di nuove imprese innovative, che sono state introdotte nel nostro ordinamento con l’obiettivo di favorire la crescita sostenibile, lo sviluppo tecnologico e l’occupazione, specialmente giovanile. Inoltre, attraverso queste nuove società innovative, si vuole diffondere una nuova cultura imprenditoriale, creare un contesto maggiormente favorevole all’innovazione, promuovere maggiore mobilità sociale, attrarre talenti in Italia e capitali dall’estero. In particolare, la tesi è stata suddivisa in due parti: nella prima parte (i primi tre capitoli) viene trattato a livello teorico il fenomeno delle start up innovative, mentre nella seconda parte sono stati analizzati dei bilanci a campione di imprese innovative italiane. Nello specifico il primo capitolo della tesi espone le varie fasi del percorso che dall’idea di business conducono alla realizzazione dell’impresa, analizzando nel dettaglio il mercato ed il sistema di offerta, nonché l’organizzazione dell’azienda. In questa sezione viene definito anche il Business Model Canvas, ovvero il modello di business più utilizzato dalle imprese di tutto il mondo, che permette di avere una visione d’insieme delle soluzioni organizzative e strategiche attraverso le quali un’azienda acquisisce un vantaggio competitivo e crea valore per i propri clienti. L’intera disciplina delle start up innovative, introdotta dal Legislatore con il D. L. 179 del 2012, conosciuto anche come Decreto crescita bis, viene esaminata nel dettaglio nel secondo capitolo. Oltre alla predisposizione di una sezione speciale nel Registro delle imprese dedicata alle start up innovative e agli incubatori certificati, sono stati indicati dei rigidi requisiti formali e sostanziali che ogni impresa innovativa deve possedere, delle deroghe al diritto societario comune e alla Legge Fallimentare, una serie di agevolazioni, specialmente di natura fiscale, e nuove forme di finanziamento e di raccolta dei capitali, il c.d. crowdfunding. Allargando l’analisi al panorama italiano, nel terzo capitolo sono stati riportati i riscontri empirici di questa nuova realtà nel nostro Paese, eseguendo uno studio più analitico sulle start up innovative che il Legislatore ha definito “a vocazione sociale”. Invero, tutte le imprese, nell’esercizio della propria attività economica, rispondono a un bisogno, a una domanda di beni e servizi espressa dal consumatore, ma quando la loro attività produce beni di utilità sociale, quindi è diretta a realizzare finalità di interesse generale e riconducibili all’intera collettività, ci troviamo di fronte alla categoria produttiva che viene definita impresa sociale. Infine sono stati esaminati gli interventi futuri che dovranno essere attuati per sostenere il fenomeno delle start up, riportando un breve confronto tra il dinamismo delle imprese innovative in Italia e quelle del resto del mondo. Nella parte conclusiva dell’elaborato si è analizzato un campione di 800 aziende sia a livello settoriale che dal punto di vista geografico, calcolando successivamente i principali indicatori economici di bilancio per poter quindi fare un confronto su scala nazionale del fenomeno in espansione.
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