Riassunto analitico
La cirrosi epatica rappresenta lo stadio finale a cui convergono diverse patologie croniche del fegato ed è definita come un processo diffuso caratterizzato da fibrosi e dalla conversione della normale architettura dell’organo in noduli dalla struttura anomala. Clinicamente si distinguono una cirrosi compensata e una scompensata: la prima, sostanzialmente asintomatica, di durata variabile, e la seconda data dall’insorgenza delle complicanze: sanguinamento variceale, encefalopatia epatica, ascite e carcinoma epatocellulare. Il passaggio dalla prima alla seconda fase è un momento cruciale nella storia naturale della malattia, dal valore prognostico fortemente negativo: l’insorgere di una qualsiasi complicanza porta con sé un rischio di mortalità ad un anno che varia dal 20 al 70%. Sebbene per molto tempo si sia ritenuto che la cirrosi fosse lo stadio finale ed irreversibile delle malattie epatiche croniche, oggi, grazie ai progressi fatti in ambito di fisiopatologia e storia naturale della malattia, nonchè di terapia, è maturata la convinzione che questa patologia possa essere intesa come un processo dinamico e, in quanto tale, parzialmente reversibile. Sulla base di tale visone e considerato l’impatto che le complicanze hanno sulla sopravvivenza, molti studi sono stati eseguiti allo scopo di identificare fattori predittivi dello scompenso funzionale: parametri che, rilevati in fase di compenso, possano predire l’evoluzione della malattia, consentendo, così, una gestione del paziente tempestiva e il più possibile personalizzata. Attualmente i più utilizzati sono lo score di Child Turcotte Pugh, lo score MELD, i livelli di stiffness del fegato indicati dall’elastografia epatica e i valori di ipertensione portale rilevati con la metodica dell’HVPG; nessuno di questi, però, è in grado di soddisfare universalmente i criteri di forza ed affidabilità richiesti ad un buon fattore predittivo. Nuove possibilità nel campo della previsione dello scompenso emergono dai progressi nella comprensione dei meccanismi che sottendono alle fasi avanzate di cirrosi: il ruolo che la progressione dell’ipertensione portale ha nel favorire le alterazioni microscopiche dell’intestino e del fegato è un ambito poco esplorato che potrebbe, invece, fornire utili strumenti predittivi. Scopo del nostro studio è proprio quello di identificare e valutare nuovi bio marcatori ricavati dall’analisi di questi processi: markers di ischemia intestinale e traslocazione batterica (I-FABP, 16S rDNA) ; indici di danno ossidativo (ADMA); segnali di inappropriata attivazione del sistema coagulativo (TF). Verranno quindi seguiti in modo prospettico pazienti cirrotici ancora in fase di completo compenso durante lo svolgimento di un programma di sorveglianza, che prevede la valutazione di parametri clinici, strumentali e biochimici con lo scopo di confermare la nostra ipotesi.
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