Riassunto analitico
Il processo civile è sempre stato protagonista di numerose riforme e modifiche dovute principalmente al fatto che i tribunali e le Corti sono sovraccariche di lavoro i tempi dei procedimenti si dilatano a dismisura e conseguenza diretta di tutto ciò è il malfunzionamento della giustizia. Oltre agli interventi sul primo grado di giudizio, dal 1990 ad oggi si sono registrati numerose modifiche anche al grado d'appello. Nello specifico, l'ultimo intervento,il d.l. del 2012 n. 83, ha portato alla modifica dell'art. 342 c.p.c. stabilendo regole, dai più ritenute ambigue e per qualcuno addirittura incostituzionali, per la redazione dei motivi d'appello; all'inserimento degli artt. 348-bis e 348-ter c.p.c. che disciplinano il nuovo ed altrettanto dibattuto filtro per accedere al secondo grado di giudizio e la relativa ordinanza di inammissibilità. Sono stati, inoltre, ulteriormente ridotti i margini per proporre nuove prove in appello vietando in toto lo ius novorum ex art. 345 c.p.c. L'intervento legislativo ha toccato anche il ricorso per cassazione, modificando il n.5 dell'art. 360 c.p.c. ed eliminando ogni riferimento all'insufficienza e alla contraddittorietà della motivazione. Dottrina e giurisprudenza hanno aspramente criticato la novella del 2012 sotto numerosissimi aspetti, mostrando come l'inserimento del filtro (novità principale inserita dal decreto) avrebbe potuto addirittura peggiorare la situazione delle corti'appello e della Cassazione. Probabilmente anche sulla spinta di tutte le critiche sollevate, il 10 febbraio 2015 è stato approvato il d.d.l. delega n. 2953 recante disposizioni per l'efficienza del processo civile in cui si propende, oltre alle modifiche da attuare il primo grado, per un ulteriore irrigidimento dello ius novorum in appello ed una eventuale eliminazione del filtro. Le prime opinioni della dottrina a riguardo si mostrano ancora una volta dubbiose, soprattutto per la poca chiarezza delle disposizioni del d.d.l.
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