Riassunto analitico
ABSTRACT Introduzione L’obesità rappresenta un problema di rilevanza globale, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una vera e propria epidemia. In corso di gravidanza, l’obesità materna si associa a complicanze materne, intrapartum e neonatali, tra le quali spicca la macrosomia. Ad oggi, non esistono chiare evidenze che una modifica dello stile di vita possa influenzare positivamente questo outcome.
Obiettivi Lo scopo dello studio consiste nel valutare se la prescrizione di una restrizione calorica a basso indice glicemico e un programma motorio costante introdotto sin dal primo trimestre possa modificare la composizione corporea materna e, conseguentemente, influenzare il peso alla nascita del bambino in donne sovrappeso o obese, in particolare nello sviluppo di LGA e SGA.
Materiali e metodi Lo studio è un trial clinic controllato, randomizzato, prospettico. 240 donne con BMI ≥ 25 sono state randomizzate alla 9a-12a settimana di gestazione in un gruppo di controllo (n= 114) e in un gruppo sperimentale (n=126). Al gruppo di controllo è stato proposto un programma motorio e uno schema alimentare orientativo; al gruppo sperimentale è stata fornita una dieta a basso indice glicemico con un contenuto calorico pari a 1700-1800 Kcal/day più 30 minuti di camminata almeno 3 volte alla settimana. È stato misurato il peso all’arruolamento e ad ogni visita di controllo (20a, 28a e 36a settimana di gestazione). All’arruolamento e ad ogni visita di controllo, è stata effettuata un’analisi bioimpedenziometrica della composizione corporea della donna. L’aderenza alla dieta è stata valutata mediante la compilazione del FFQ all’arruolamento e alla 36a settimana di gestazione.
Risultati Le caratteristiche socio-demografiche alla randomizzazione e le categorie di BMI sono equamente distribuite. Le pazienti che sono risultate complianti sono 162 (GC =78; GS =84). Tra le donne con BMI 40, il GWG è minore nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo (2,84,9 kg e 8,23,7 kg rispettivamente, p= 0,020) L’incidenza di macrosomi è risultata più bassa nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo (5,6% vs 13,2%, p = 0.042). La percentuale di bambini grandi per l’età gestazionale (LGA) è maggiore nel gruppo di controllo rispetto al gruppo sperimentale (18,4% vs 7,9%, p= 0,021). Sia l’incidenza di macrosomi sia l’incidenza di LGA è correlata alla presenza di GDM (19,2% nelle pazienti diabetiche vs. 9,9% nelle pazienti non diabetiche per gli LGA, p=0,043; 16,7% nelle pazienti diabetiche vs. 5,6% nelle pazienti non diabetiche per la macrosomia, p=0,005). Indipendentemente dal gruppo di appartenenza, l’aderenza alla dieta è correlata in modo significativo ad una bassa incidenza di LGA (26,5% nelle pazienti non aderenti vs. 10,5% nelle pazienti aderenti p=0,024). L’incidenza di SGA è positivamente correlata alla FM materna della 36° settimana (p=0,0046).
Discussione Una restrizione calorica a basso indice glicemico associata ad un esercizio fisico costante introdotte fin dal primo trimestre sono in grado di ridurre l’incidenza di LGA e macrosomi nella gravida sovrappeso/obesa. L’aderenza alla dieta, indipendentemente dai due gruppi, riduce il rischio di sovracrescita fetale. La relazione tra massa grassa materna e incidenza di SGA suggerisce la possibilità di individuare una popolazione a rischio per ritardo di crescita intrauterina. Il ruolo dell’intervento sugli outcome materni ed intrapartum rimane da definire.
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