Riassunto analitico
Negli ultimi decenni sono stati fatti molti progressi nella diagnosi e nella cura della endocardite infettiva (EI), ma la mortalità e la morbilità ad essa correlate sono variate poco e restano molte aree di incertezza, in cui l’avanzamento delle conoscenze potrebbe produrre un netto miglioramento nella cura e nella gestione dei pazienti. Tra le problematiche aperte c’è il dubbio sulla profilassi antibiotica e il ruolo delle nuove infezioni nosocomiali, il timing chirurgico ottimale, la prevenzione degli eventi embolici, la stratificazione prognostica, la terapia antibiotica ottimale, e molte altre. Come obbiettivo primario quindi lo studio si propone di stabilire un gruppo multidisciplinare di ricercatori che lavorino insieme e siano dedicati ad una ulteriore comprensione della EI diagnosticata presso il Policlinico di Modena. Obiettivi secondari invece sono quelli di raccogliere, analizzare e diffondere informazioni sulla EI nella nostra realtà geografica; migliorare gli aspetti organizzativi e le cure dei pazienti con diagnosi di EI ricoverati presso il Policlinico di Modena attraverso una migliore comprensione delle informazioni demografiche, terapeutiche e della evoluzione dei pazienti; costituire eventuale sottoprogetti che utilizzeranno il data base generale.orientati allo studio di problematiche specifiche, es. i risultati delle moderne tecniche riparative cardiochirurgiche. E' quindi stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria del Policlinico di Modena. In una prima fase nel registro sono stati arruolati in modo consecutivo tutti i pazienti dimessi con diagnosi di EI nel periodo Gennaio 2003 e Dicembre 2013 (fase retrospettiva). In una seconda fase, della durata di pochi giorni, è stata valutata alla data 8/8/2014 la sopravvivenza dei pazienti dimessi dalla struttura tramite il sistema informatico infoclin di Baggiovara. In seguito all'analisi statistica si sono confermati per la provincia di Modena i dati epidemiologici diffusi da altri studi, la maggior frequenza della malattia nell'anziano, soprattutto defedato e con polipatologie, un più alto rischio per i pazienti con intracardiac device, tossicodipendenti e anomalie congenite cardiache.
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