Riassunto analitico
Attualmente, in tutto il mondo, esistono movimenti femministi che si battono per difendere l'uguaglianza di genere e che invocano una rivoluzione linguistica a sostegno delle trasformazioni sociali che hanno reso visibili le donne, riconoscono il loro ruolo e rivendicano il loro valore di fronte ai pregiudizi e agli stereotipi accumulati nel tempo. Infatti, la presenza di pratiche culturali andro-centriche radicate nelle nostre società si manifesta anche attraverso modi di dire sessisti (come "non fare la femminuccia"), l'uso del maschile generico come termine non marcato (“ho due figli” per dire “ho una figlia e un figlio”), o l'usanza di nominare alcune professioni solo al maschile (medico/medica, ministro/ ministra). Data la stretta relazione tra pensiero e linguaggio, le attiviste e gli attivisti propongono cambiamenti linguistici che mirano a dare visibilità alle donne, alle loro conquiste e a cambiare la nostra percezione della realtà. Tra le strategie più comuni in spagnolo, vi sono: l'uso di simboli come @, l'uso della consonante X o della vocale E per sostituire la tipica O. Ad esempio: Les chiques son belles, per dire: Los chicos (donne e uomini) son bellos. È innegabile che la lingua si evolva nonostante la sua natura conservativa, tuttavia sarebbe sbagliato adottare strategie incompatibili con i principi fondamentali del sistema linguistico che finiscono per renderlo incomprensibile e per danneggiare la coesione di un discorso o di una orazione. Questa ricerca si propone di analizzare fino a che punto un cambiamento morfologico a livello linguistico possa provocare un cambiamento a livello concettuale e comportamentale per sopprimere la disuguaglianza di genere una volta per tutte. Nel primo capitolo si introduce il tema e si definiscono gli aspetti metodologici che sono serviti da linee guida per la ricerca. Nel secondo, si osservano le discrepanze tra la forma linguisticamente corretta e quella socialmente ammessa, una battaglia culturale distopica tra gli studiosi della lingua e tra i parlanti inesperti che aspirano a raggiungere una parità di genere cambiando una A o una O con una E praticamente in qualsiasi tipo di parola, indipendentemente dal fatto che si tratti di un articolo, di un sostantivo, di un pronome, ecc. Questo capitolo volge a far luce su questo fenomeno ipotizzando che non si tratti di un’ evoluzione linguistica, bensì sia l’espressione di un’ ideologia. Il terzo capitolo è dedicato alle teorie più rilevanti per lo sviluppo della nostra analisi. Infine, il quarto capitolo fornisce le conclusioni della ricerca insieme a una serie di proposte per incoraggiare una scelta consapevole di termini da parte di individui e delle istituzioni per evitare modifiche morfologiche che violino i principi fondamentali della coesione testuale e promuovere una comunicazione senza stereotipi o pregiudizi
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Abstract
Un análisis crítico del lenguaje inclusivo en la lengua española: entre norma lingüística y demanda social de igualdad de género.
En la actualidad existen movimientos feministas en el mundo que pugnan por la igualdad de género y que quisieran realizar una revolución lingüística a favor de las trasformaciones sociales que visibilizan la mujer, reconocen su papel y reivindican su valor frente a los prejuicios y estereotipos acumulados a lo largo del tiempo. La presencia de hábitos culturales androcéntricos radicados en nuestras sociedades se manifiesta en la existencia de refranes machistas (tales como “no seas nena” “La que no muestra no vende”), junto al empleo del masculino genérico como termino no marcado, al uso de la palabra ‘hombre’ para referirse a un grupo mixto y el hecho de nombrar ciertas profesiones solo en masculino (médico/médica, ministro/ministra)
Debido a la estrecha relación entre pensamiento y lenguaje, los activistas proponen cambios lingüísticos que pretenden dar visibilidad a las mujeres, a sus logros y cambiar nuestra percepción de la realidad. Entre las estrategias más comunes destacan: el empleo de símbolos como el @, el uso de la consonante X o de la vocal E para suplir al típico O. Por ejemplo: Les chiques son belles, para expresar: Los chicos (mujeres y hombres) son bellos.
Es inconcuso que la lengua evoluciona pese a su carácter conservador, pero también seria equivocado adoptar estrategias incompatibles con los principios fundamentales del sistema de lenguaje y que terminen por hacerlo incomprensible y perjudicar la cohesión de un discurso o de una oración.
Esta investigación quiere analizar hasta qué punto un cambio morfológico en el plano lingüístico conlleve una modificación en el plano conceptual y comportamental en cuestiones de inclusión. En el primer capítulo se plantea el problema y se definen los aspectos metodológicos que sirvieron como pautas de la investigación; en el segundo se observan las discrepancias entre la forma correcta lingüísticamente y la forma admitida socialmente, una batalla cultural distópica para los estudiosos de la lengua y los hablantes inexpertos que pretenden significar paridad de géneros al variar una A u O por una E en prácticamente cualquier tipo de palabra, sin importar si es artículo, sustantivo, pronombre, etc. Se sospecha que lo que existe es la expresión de una ideología subyacente pero no una evolución lingüística. El tercer capítulo está dedicado a las teorías más relevantes para el desarrollo de nuestro análisis. Y finalmente, en el cuarto capítulo, se proporcionan las conclusiones de la investigación juntos a una serie de propuestas que pretenden incentivar la elección consciente de palabras a partir de las Instituciones y evitar cambios morfológicos que violan los principios básicos de cohesión textual para promover una comunicación sin prejuicios entre todos los individuos.
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