Riassunto analitico
La Tesi è dedicata all’analisi della disciplina di contrasto della corruzione, introdotta dalla legge 6 novembre 2012, n. 190 (recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”), volta a prevenire il diffondersi di tale fenomeno nella pubblica amministrazione. La trattazione, in particolare, mette in risalto la novità della Legge anticorruzione, ossia l’essere diretta (in termini innovativi rispetto al passato) alla prevenzione dei fattori che determinano il rischio di corruzione. Nonostante una certa frammentarietà che caratterizza l’approccio preventivo introdotto dalla Legge anticorruzione, l’analisi svolta individua un ben preciso filo conduttore nelle differenti disposizioni legislative: l’attuazione del principio di imparzialità affermato all’articolo 97 della Costituzione. La Tesi intende, dunque, illustrare gli interventi della Legge anticorruzione mettendone in risalto la connessione con la corretta ed efficace attuazione del principio di imparzialità e soffermandosi, altresì, sugli eventuali aspetti critici, lacunosi o di difficile interpretazione. La prima Parte della Tesi (capitoli 1 e 2) concerne l’impianto generale di lotta alla corruzione introdotto dalla legge 190/2012: il primo Capitolo, in particolare, fornisce un quadro generale della pervasività del fenomeno corruttivo in Italia, per poi illustrare le iniziative istituzionali che a partire dagli anni Novanta mettono sempre più al centro il tema della prevenzione della corruzione, fino alla formulazione della legge 190/2012. Si sofferma poi sulla struttura della Legge anticorruzione e ne approfondisce il fondamento costituzionale (articolo 97). Il secondo Capitolo s’incentra sull’organizzazione amministrativa anticorruzione messa a punto dal legislatore, focalizzandosi sui soggetti di tale organizzazione e sugli strumenti creati per perseguire lo scopo preventivo della legge. Una specifica attenzione è dedicata al primo strumento preventivo direttamente connesso al principio di imparzialità, ossia il Codice di comportamento: chiarita la connessione tra etica pubblica e prevenzione della corruzione, sono analizzate le modifiche operate dalla Legge anticorruzione e le caratteristiche del nuovo Codice di comportamento, soffermandosi anche sulla previsione dell’adozione di un proprio codice da parte delle singole amministrazioni pubbliche. La seconda Parte della Tesi (capitoli 3 e 4) assume quale tematica centrale il conflitto d’interessi, inteso quale causa di violazione del principio di imparzialità e, pertanto, potenziale fonte di corruzione. La necessità, sconosciuta alle previgenti discipline del conflitto d’interessi, non più di reprimere ma di prevenire il sorgere del conflitto comporta, in primo luogo, la previsione di una delega al Governo al fine di disciplinare il conflitto d’interessi relativo alla figura dirigenziale. Il terzo Capitolo esamina, infatti, i tratti salienti della delega contenuta nella legge 190/2012 illustrando, poi, la nuova disciplina sull’inconferibilità e incompatibilità degli incarichi dirigenziali e di vertice contenuta nel decreto emanato in attuazione della delega (d.lgs. 8 aprile 2013, n. 39). Il quarto Capitolo, invece, considera il problema del conflitto d’interessi con riferimento al dipendente pubblico e allo svolgimento di incarichi extrafunzionali, possibile causa di violazione sia del principio di imparzialità che di esclusività del servizio (articolo 98 Cost.), analizzando le modifiche apportate dalla legge 190/2012 alla già esistente disciplina in materia (articolo 53, d.lgs. 30 marzo 2001, n. 165) e descrivendo, infine, la nuova disciplina del pantouflage.
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