Riassunto analitico
Le persone anziane costituiscono una larga percentuale della popolazione e man mano che la loro età aumenta sono sempre più a rischio di cadere. La più frequente conseguenza delle cadute nel soggetto anziano è la frattura di femore, che rappresenta un crescente problema di salute pubblica, dato che determina un aumento di mortalità, morbilità e di spesa sanitaria. Oltre ai costi legati all’ospedalizzazione e al trattamento chirurgico, essa comporta anche spese per la riabilitazione post-operatoria, fondamentale per migliorare il recupero funzionale dell’anziano. Tuttavia, solo il 30-40% dei pazienti riacquista un’autonomia compatibile con le precedenti attività della vita quotidiana. Dunque, l’incremento della mortalità, dell’istituzionalizzazione e la perdita di autosufficienza fanno sì che la frattura di femore si configuri come una vera e propria emergenza. Spesso i pazienti anziani presentano comorbidità che incrementano il rischio perioperatorio e la complessità nel gestire queste situazioni. Inoltre essi sono a rischio di complicanze pre/post operatorie, come delirium, infezioni, scompenso cardiaco, trombosi, complicanze iatrogene, che a loro volta aumentano il rischio di declino funzionale e mentale, di istituzionalizzazione e di morte. In questo contesto l’attività svolta dalla figura dell’ortogeriatra risulta fondamentale nel garantire un approccio olistico al paziente che comincia al momento del ricovero e viene sfruttato anche nella riabilitazione, nella programmazione della dimissione e nella prevenzione secondaria delle fratture, sia in ambito ospedaliero che nei servizi di cura intermedi o sul territorio dopo la dimissione. L’ortogeriatria è da intendersi come una modalità gestionale alternativa al tradizionale modello di cura, basata su tutte quelle strategie in cui l’evidenza mostra un miglioramento dei risultati per gli anziani con frattura, principalmente in termini di riduzione della mortalità e di preservata autonomia. L’interesse geriatrico verso la sincope deriva dal fatto che essa rappresenta un importante fattore eziologico di caduta, e quindi in definitiva di perdita di autosufficienza della persona anziana. Tuttavia, in letteratura non esistono dati sugli anziani con frattura di femore causata da sincope, pertanto lo scopo del nostro studio è valutare le caratteristiche cliniche dei pazienti anziani con sincope come causa di frattura di femore nell'ambito del Progetto Ortogeriatria del Nuovo Ospedale S. Agostino estense a Baggiovara. Dal 1° gennaio 2008 al 31 aprile 2013 sono stati reclutati nel Progetto Ortogeriatria 978 pazienti, di età media 84,15±6,91 anni, 74,5% femmine. In 18 soggetti non è stato possibile rilevare il tipo di caduta come causa di frattura di femore, pertanto l’analisi è stata effettuata su 960 soggetti, di età media e sesso non differenti rispetto alla popolazione totale. I pazienti sono stati sottoposti ad una valutazione multidimensionale geriatrica iniziale comprendente i seguenti parametri: dati anagrafici, provenienza, descrizione della caduta (tempo, luogo, permanenza a terra), probabile causa della caduta, cadute e/o fratture pregresse, tipo di frattura, comorbidità, anamnesi farmacologica, informazioni su deambulazione, autosufficienza (ADL e IADL) e stato cognitivo precedenti la frattura e rilievi clinici preoperatori.
Dall'analisi del database, ci aspettiamo che i pazienti con sincope siano significativamente differenti dai soggetti con frattura di femore non causata da sincope nelle aree che riguardano le patologie associate, l'uso di farmaci e i test effettuati alla valutazione multidimensionale geriatrica.
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