Riassunto analitico
Nel primo capitolo della presente tesi si effettua un inquadramento del problema del fenomeno del coinvolgimento dei minorenni nelle organizzazioni di stampo mafioso, andando a indagare sulle condizioni di degrado che affliggono determinate aree geografiche del Meridione e sulla principale ragione che porta gli adulti ad utilizzare bambini e adolescenti nelle loro operazioni criminali, ossia l’imputabilità e, quindi, la loro minore punibilità da parte del sistema sanzionatorio. Dopo aver inquadrato le fonti di questo aberrante fatto, nel secondo capitolo, viene analizzata l’educazione a cui vengono sottoposti i minori provenienti da famiglie mafiose o da ambienti contigui alla criminalità organizzata. Nel terzo capitolo si individuano nel dettaglio le possibili soluzioni processuali da attuare per combattere il fenomeno del coinvolgimento minorile nelle organizzazioni di stampo mafioso. La delinquenza minorile porta ad un importante interrogativo: il carcere è la soluzione più adatta per rispondere ad un crimine commesso da un soggetto minorenne? Il quarto capitolo si occupa di un’ultima soluzione al problema dell’indottrinamento mafioso e dell’induzione al crimine da parte degli adulti, che consiste nella la strategia giudiziaria adottata negli ultimi anni dai Tribunali minorili, in particolare dagli uffici giudiziari del Distretto di Reggio Calabria, ossia quella di allontanare dalle loro famiglie di origine i minori appartenenti ad ambienti pregiudizievoli per la loro crescita psico-fisica. In questa direzione si muove il Protocollo d’Intesa siglato a Reggio Calabria nel 2013, affinché vengano coordinati tra loro gli interventi giudiziari di tutti gli uffici del Distretto per tutelare maggiormente i minori, autori o vittime di reato.
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