Riassunto analitico
Con la crisi economica del 2008 e i suoi sviluppi sui bilanci statali, i Paesi europei hanno elaborato varie riforme di contenimento della spesa pubblica. La crescente attenzione al tema della centralizzazione delle committenze si inserisce in questo fenomeno, che si manifesta a livello italiano così come a livello europeo. Gli enti locali si trovano a doversi rapportare con obblighi di centralizzazione viepiù stringenti e a ripensare il proprio sistema di committenze. Per capire la portata che le riforme sugli appalti pubblici possono avere sul sistema delle committenze locali e sul ruolo degli enti locali è necessario analizzare la ratio che li informa e modo in cui si coniugano fra loro. Cercando di fare chiarezza su una normativa recentissima, si identificano le direttive in cui si convogliano le riforme legislative che si sono succedute dal previgente Codice dei Contratti Pubblici, isolando gli obblighi di ricorso al mercato elettronico, gli obblighi settoriali di centralizzazione e gli obblighi generali di aggregazione, differenziati per comuni non capoluogo e per il resto delle stazioni appaltanti. Ricerche comparate permettono di fare luce su un ambito, quello delle committenze pubbliche, che è oggetto di crescente attenzione già a livello comunitario, esplicatosi nelle direttive del 2014 e nei conseguenti recepimenti nazionali. Lo studio della dottrina e della legislazione dei più significativi paesi europei permette non solo di fare luce sul fenomeno dell’aggregazione locale con una più ampia prospettiva, ma di offrire anche modelli di organizzazione e di attuazione rispetto alle recenti innovazioni. Il nuovo sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti è esplicativo rispetto alla radicalità di tali innovazioni, che proprio nel panorama estero possono trovare un modello. Gli spazi che residuano agli enti locali possono essere valorizzati coniugando l’aggregazione della domanda con il principio di sussidiarietà e democraticità, e proprio nelle esperienze estere dei purchasing consortia si può trovare una alternativa alla centralizzazione presso i centri d’acquisto statali. Questi costituiscono un modello che può comportare ingenti vantaggi in termini di spesa pubblica, ma con rischi sul piano della concorrenza e della deprofessionalizzazione degli enti locali.
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