Riassunto analitico
Lo scopo di questa tesi di laurea è principalmente quello di chiarire, da un punto di vista giuridico, dove si collocano e come vengono disciplinati i velivoli senza pilota a bordo. Negli ultimi anni questa nuova tecnologia ha preso sempre più piede, fino ad occupare una quota consistente del mercato aeronautico. Alla luce della crescita esponenziale del traffico aereo di questi nuovi velivoli si è reso dunque necessario un intervento legislativo. L'intento di questo elaborato, non essendo ad oggi la materia regolamentata da un unico apparato normativo, è quello di far si che la legislazione inerente i velivoli a pilotaggio remoto risulti più comprensibile agli operatori del diritto, nonché chiarire e integrare una normativa che in alcuni aspetti si presenta lacunosa. Il trattato si compone di quattro capitoli che letti nel loro insieme dovrebbero dare un'immagine complessiva di quello che è l'universo del pilotaggio remoto. Partendo dall'analisi della normativa ENAC si ha avuto modo di riflettere sui metodi di impiego e sulle potenzialità legate all'utilizzo di questi “nuovi” velivoli, per poi soffermarsi sui profili di responsabilità penale legati al loro uso. Risulta interessante, per quanto riguarda i profili di responsabilità, la lettura del Codice della Navigazione, del Codice Penale e della normativa sulla tutela dei dati personali, al fine di integrare in modo analogico la disciplina del pilotaggio remoto, che ad oggi risulta ancora acerba. Lungo il percorso che si è intrapreso nel redarre il presente testo è stato possibile sviscerare e interpretare in modo pedissequo la legislazione che disciplina l'utilizzo degli Unmanned Aerial Vehicle e di enucleare i punti critici e ambigui, con particolare interesse agli sviluppi penalistici e giuridici del caso. Da ciò è emerso che la legislazione attualmente in vigore è in alcuni punti ancora incompleta e non del tutto adatta a tutelare diritti e doveri di chi opera ed esercita nel campo dell'aviazione a controllo remoto.
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