Riassunto analitico
La presente Tesi ha ad oggetto il principio di precauzione di fonte comunitaria, con particolare riguardo alle problematiche che esso solleva quando utilizzato dalla giurisprudenza penale come base e/o criterio interpretativo guida delle proprie decisioni. Una prima parte è dedicata all'analisi, condotta da un punto di vista squisitamente sociologico, dei tratti caratteristici della società contemporanea, della quale il rischio sembra essere un connotato ineliminabile. Successivamente, il principio di precauzione è preso in considerazione nei suoi aspetti generali: le fonti da cui promana, i presupposti per potere ricorrervi, i principi generali richiesti per la sua applicazione. Proseguendo nella trattazione, l'attenzione si concentra sulle torsioni che i criteri di imputazione oggettivi e soggettivi dell'evento subiscono ad opera della giurisprudenza penale, qualora quest'ultima imposti la ricostruzione e l'affermazione della responsabilità personale sulla base della logica propria del principio di precauzione. Si dimostra così, anche attraverso l'analisi di sentenze, sia di merito che di legittimità, inerenti alla materia del diritto penale del lavoro, come la destrutturazione cui le categorie penali della dogmatica classica vanno incontro quando poste a confronto con il “rischio” moderno non sono compatibili con i principi dettati dalla Costituzione in materia penale. Nella parte conclusiva, infine, si cerca di dare risposta alla domanda se sia possibile e legittimo che nel nostro ordinamento facciano il loro ingresso fattispecie penali che trovano nel principio di precauzione la propria base di riferimento.
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