Riassunto analitico
Con questo elaborato ho cercato di ricostruire il percorso evolutivo e normativo dell’ autotrasporto in Italia, che trae fondamento dalla legge 20 giugno 1935, n. 1349 sino ad arrivare alla legge di stabilità del 2015. Prima di soffermarmi però sull'analisi storica, ho voluto inserire la definizione di contratto di trasporto, per poi passare all'analisi dei soggetti in questo coinvolti. Per primo ho analizzato la figura del mittente, poi quella del vettore e infine quella del destinatario. Ho voluto poi approfondire in particolar modo, la legge del 25 giugno 1935 la n. 1349, prescrizione fondatrice della nascita dell’ autotrasporto. Ho continuato il mio lavoro di tesi esaminando la legge 6 giugno 1974, n. 298.Con tale disposizione venne introdotta un’articolata disciplina dell’accesso sia alla professione, con l’istituzione di un albo, sia al mercato, tramite una nuova disciplina delle autorizzazioni, il tutto correlato da un sistema di tariffe a forcella. Tra le successive modifiche apportate alla 298/74 ,ho voluto poi approfondire la legge del 23 dicembre 1997 n. 454, la quale proponeva come obbiettivo quello di perseguire un ampio disegno di ristrutturazione del mercato dell’autotrasporto . Di fondamentale importanza e punto di partenza per un rinnovamento del settore ed un superamento delle tariffe a forcella, è stato il decreto legislativo 21 novembre 2005, n. 286. L’ intenzione principale di questa disposizione normativa era stata quella di rimuovere le tariffe a forcella, con l’introduzione del principio della libera contrattazione dei prezzi per i servizi di autotrasporto di merci. Anche l’ accesso alla professione è stato peraltro oggetto di ulteriore revisione da parte del regolamento (CE) n. 1071 del 21 ottobre 2009. Il quale ha istituito un complesso di norme comuni che gli Stati membri erano tenuti a rispettare nel disciplinare l'esercizio dell'attività di autotrasporto di merci su strada. Andando a riprendere l’abolizione del sistema delle tariffe a forcella ho poi proseguito con l’ analisi della legge 127 del 4 agosto del 2010 la quale disponeva che il corrispettivo a favore del vettore dovesse essere convenuto in modo tale da consentire la copertura dei costi minimi di esercizio. La Corte di Giustizia UE in data 4 settembre 2014 ha ritenuto però che con la loro istituzione fossero state introdotte vere e proprie tariffe obbligatorie, limitando conseguentemente la libertà di concorrenza. Il legislatore in una prima fase ha omesso di prendere una posizione in ordine alla reale portata della decisione della Corte comunitaria. A questa situazione di incertezza è stato successivamente posto rimedio, con la c.d. Legge di Stabilità 2015 che ha definitivamente abrogato il sistema dei c.d. costi minimi. È stato poi grazie alla sentenza n.47 del 2018, che la Corte Costituzionale entrando nel vivo della questione è andata definitivamente a rigettare gli ultimi tentativi di delegittimare i costi minimi stabilendo la loro conformità ai dettami della costituzione.
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