Abstract
L’evoluzione è un punto cardine nell’insegnamento delle scienze. “Niente in biologia ha senso se non alla luce dell’evoluzione” disse il genetista Theodosius Dobzhansky nel 1973. Insegnare nella scuola secondaria di primo grado ciò che è l’evoluzione biologica è essenziale per portare gli studenti ad avere una visione olistica degli argomenti trattati in scienze, permette loro di apprezzare maggiormente la biodiversità, comprendere le interconnessioni negli ecosistemi, carpire le conseguenze della crisi climatica e districarsi da preconcetti di natura dogmatica e/o razziale (e.g., citazioni…). Nel 2003, con la riforma Moratti, l’evoluzione è uscita dai programmi perché considerata “incerta”, reinserita successivamente con il D.M. 2007 (Gazzetta Ufficiale, s.d.). Poiché l’evoluzione non è solo un capitolo del libro di testo, ma una chiave di lettura che collega tra loro i vari argomenti di biologia, si è discusso molto su come insegnarla (Rossi, 2017; Trevisan et al., 2023). Generalmente è stato riscontrato che una didattica attiva e partecipativa, con attività pratiche e di discussioni collettive, porti un apprendimento maggiore da parte degli studenti (Trevisan et al., 2023; Yousuf Zai et al., 2021) rispetto alle lezioni frontali e la sola lettura del libro di testo. Nella scuola secondaria di primo grado l’evoluzione viene solitamente accennata al primo anno e affrontata al terzo. Tuttavia, le ore di scienze al terzo anno sono solitamente impegnate per concludere e/o potenziare i programmi di matematica utili al superamento dell’esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Lo scopo di questa tesi è di analizzare le conoscenze pregresse sull’evoluzione da parte degli studenti di una classe terza della scuola secondaria di primo grado, di programmare un’unità didattica di apprendimento su misura alle esigenze della classe e di valutare successivamente l’acquisizione teorica e pratica di conoscenze da parte degli studenti.
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