Riassunto analitico
Obiettivi: Lo scopo di questo studio è quello di analizzare i risultati funzionali nella casistica del reparto di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena che applica per la ricostruzione della catena ossiculare materiale biologico autologo. In particolare abbiamo confrontato i tre principali materiali autologhi cioè IRA, cartilagine tragale e corticale mastoidea. Inoltre abbiamo calcolato in maniera retrospettiva l’indice di rischio di insuccesso chirurgico dell’ossiculoplastica sulla base dei parametri presenti nella classificazione MERI . I pazienti sono stati poi suddivisi in tre classi di rischio (basso, intermedio ed elevato) sulla base del punteggio del MERI e per ogni classe di rischio siamo andati a valutare i risultati audiologici funzionali della ricostruzione ossiculare tenendo conto del tempo chirurgico in cui è stata eseguita l’ossiculoplastica. Infine abbiamo confrontato i nostri risultati ottenuti con materiale biologico con quelli di articoli analoghi riguardanti le protesi sintetiche selezionati in letteratura sulla base del numero di pazienti, follow-up e parametri utilizzati per il calcolo dell’ ABG postoperatorio. Metodi: Studio retrospettivo in cui sono stati selezionati 128 pazienti sottoposti ad ossiculoplastica con materiale autologo in un periodo di tempo di 6 anni (gennaio 2007–dicembre 2013) presso la struttura complessa di Otorinolaringoiatria dell’ Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena. L’ età media dei pazienti è di 35,5 anni e il follow-up medio è di 30 mesi. L’ esame audiometrico post-operatorio è stato eseguito in media 8 mesi dopo l’ intervento chirurgico. È stato calcolato l’ABG postoperatorio tenendo conto della media tra 4 frequenze (0.5, 1, 2, 4 kHz) e il risultato funzionale è stato considerato valido quando nel postoperatorio l’ABG<20dB. Risultati: Dei 128 pazienti analizzati il 68,75% ha fatto una ricostruzione con IRA; il 21,88% con corticale mastoidea e 9,38% con cartilagine forgiata in doppio blocco. I risultati funzionali validi riguardano il 75% dei pazienti trattati con IRA, il 75% dei pazienti trattati con corticale mastoidea e l’83,3% con cartilagine (p>0.05). Per quanto riguarda la distribuzione dei pazienti nelle tre categorie di rischio abbiamo considerato il 46,1% nella categoria “basso rischio” (MERI 0-3); il 48,4% nella categoria “rischio intermedio” (MERI 4-6) e il 5,5% nella categoria “rischio elevato” (MERI > 7). Nella categoria a basso rischio l’82% ha ottenuto un risultato funzionale valido al primo tempo chirurgico e l’88,9% al second look. Nella categoria rischio intermedio il 69% ha ottenuto un risultato funzionale valido al primo tempo chirurgico e il 75% al second look. Nella categoria a rischio elevato il 40% ha ottenuto un risultato funzionale valido al primo tempo chirurgico e il 100% al second look (p>0.05). Per quanto riguarda il confronto del nostro studio con gli articoli in letteratura i risultati funzionali della PORP sono simili (81,2% platispore, 73,1% titanio, 67% idrossiapatite e 81,9% materiale autologo) mentre quelli della TORP sono simili per platispore e mat.autologo (60%) mentre sono peggiori per HA (50%) e titanio (30,4%). I casi di estrusione sono maggiori con protesi in titanio. Conclusioni: Confrontando il nostro studio con articoli riguardanti protesi sintetiche notiamo che non c’è differenza in termini di risultati funzionali. Ciò avvalora la possibilità di utilizzo del materiale autologo da parte dei chirurghi, sfruttandone la facile disponibilità e la sensibile riduzione dei costi dei materiali. Inoltre non c’è un materiale autologo tra i tre analizzati che dia risultati funzionali più significativi. Infine all’aumentare del MERI i risultati funzionali sono migliori se l’intervento viene eseguito in un second look.
|