Riassunto analitico
La Convenzione sui diritti del fanciullo ha segnato una tappa fondamentale verso il pieno riconoscimento dei diritti umani dei soggetti minori di età poiché ha attribuito loro la titolarità di diritti civili, politici, economici, sociali e culturali. Essa pone alla base il riconoscimento del bambino e dell’adolescente come persone, che hanno un proprio valore e una propria specificità, e impegna gli Stati che l’hanno ratificata non solo a garantir loro una protezione effettiva, ma anche a tenere presente nei provvedimenti presi nei loro confronti, il progressivo sviluppo delle loro capacità di autonomia e autodeterminazione. Tuttavia, durante i lavori preparatori, molteplici furono le questioni su cui non venne raggiunto un consenso unanime da parte della comunità internazionale.
Il presente progetto, attraverso un approccio a più livelli, parte dunque dall’adozione dello strumento internazionale, dall’analisi dei diritti in esso consacrati e dall’approfondimento dei suoi quattro principi fondamentali, senza dimenticare le procedure di monitoraggio ed implementazione.
Il secondo capitolo è invece rivolto all’analisi delle critiche generali alla CRC, al dibattito emerso durante i lavori preparatori su alcuni diritti fondamentali, e alle questioni che ancora oggi rimangono aperte. Non bisogna infatti dimenticare che la CRC rappresenta “un minimo comune denominatore per fare di più”, un testo minimo sul quale si è cercato di raccogliere un più ampio consenso possibile tra diverse opzioni politiche, religiose e culturali. La Convenzione e gli altri strumenti internazionali necessitano di essere seguiti da policies nazionali che sappiano tradurre nel diritto interno le norme stabilite; a tal fine, occorre riuscire a tramutare i principi affermati in buone prassi non solo statali, ma soprattutto locali, affinché i diritti dei bambini siano garantiti in primo luogo proprio a partire dalla quotidianità, nei contesti in cui si sviluppa la loro vita di ogni giorno. Il progetto di legge quadro a difesa dell’infanzia del biennio 1993/1994 partiva proprio da questo presupposto: attraverso un approccio interdisciplinare, gli estensori hanno tentato di delineare una normativa settoriale che andasse a colmare le rilevanti lacune del sistema minorile degli anni novanta, con l’obiettivo di coordinare i momenti legislativi, giudiziari, amministrativi ed operativi al fine di individuare un complessivo sistema di garanzia e protezione per i minori. Nonostante questo progetto di legge non sia mai entrato in vigore, nel terzo capitolo si è tentato di analizzarne i contenuti fondamentali, sottolineando le principali innovazioni e le differenze con la Convenzione sui diritti del fanciullo. Alberto Manzi fu una figura chiave nella realizzazione di questo progetto.
Maestro elementare, divenuto celebre per la conduzione del programma televisivo Non è mai troppo tardi andato in onda dal 1960 al 1968 e per i suoi romanzi quali Gorgh, Orzowei, La luna nelle baracche, egli riuscì nella sua pluridecennale esperienza a tradurre i principi affermati nella Convenzione sui diritti del fanciullo in realtà, nella pratica della vita di tutti i giorni dei suoi alunni. Il metodo di Alberto Manzi è sempre stato analizzato dal punto di vista pedagogico ed educativo: in questo progetto, per la prima volta, grazie alla collaborazione del Centro Alberto Manzi di Bologna, si è tentato di scoprirne anche il profilo giuridico. A tal fine, il capitolo quarto si apre con l’analisi delle sue principali opere, dalle quali è stato estratto e analizzato il principio della CRC ad esse corrispondenti. Seguono le sue principali idee e posizioni, sull’ambiente scolastico, sul gioco e sulla possibilità di utilizzare la televisione come strumento educativo. Infine, viene analizzato un documento fondamentale per capire il pensiero del Maestro: il suo commento alla Convenzione sui diritti del fanciullo.
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