Riassunto analitico
Scopo dello studio La pervietà del dotto arterioso di Botallo (PDA) è una condizione comune nei neonati prematuri. I neonati con PDA sintomatica presentano un’aumentata mortalità e un maggiore rischio di incidenza di comorbidità a breve termine (IVH/PVL, NEC, BPD, ROP) e a lungo termine, conseguenti alle alterazioni emodinamiche che la persistenza del dotto comporta, oppure secondarie alla tipologia di trattamento utilizzate per la chiusura del dotto. Lo scopo del nostro studio è stato valutare l’incidenza del dotto arterioso (DA) in una popolazione di neonati pretermine e la sua correlazione con outcomes a breve termine e a lungo termine, anche in relazione alla durata della PDA e alla tipologia di trattamento (farmacologico o chirurgico) utilizzato per la sua chiusura. Materiali e metodi Si tratta di uno studio retrospettivo osservazionale che ha incluso 244 neonati prematuri con peso alla nascita ≤ 1250 g. ricoverati presso la Terapia Intensiva dell’Unità Operativa di Neonatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena entro le prime 48 ore di vita, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2005 ed il 31 dicembre 2012. Di questi sono state esaminate le ecocardiografie effettuate nei primi giorni di vita al fine di suddividere la popolazione di studio in gruppi: DA non visualizzato, DA visualizzato ma non emodinamico (n-HSPDA), DA emodinamicamente significativo (HSPDA). Sono stati effettuati confronti tra i 3 gruppi per valutare differenze in termini di incidenza delle principali comorbidità a breve termine (IVH/PVL, NEC, BPD, ROP) e di outcome neuromotorio a due anni di età valutato mediante EON e somministrazione della scala dello sviluppo mentale di Griffiths. E’ stato valutato inoltre se la tipologia di trattamento del dotto (farmacologico o chirurgico) cui i pazienti del gruppo HSPDA sono stati sottoposti avesse influito sugli outcomes sopracitati. Risultati L’incidenza di DA è stata dell’80%, e in particolare l’incidenza di dotto emodinamico (HSPDA) è stata del 45%. La presenza del dotto arterioso è risultato essere un fattore di rischio indipendente per la mortalità dei neonati prematuri [OR: 2,6]. IVH, BPD e ROP si sono rivelate associate in modo significativo alla presenza di dotto emodinamico. La presenza di HSPDA non sembra avere influenzato l’outcome neuromotorio. Una maggiore durata della PDA è risultata associata significativamente alla presenza di ROP severa (p = 0,0125). Il trattamento farmacologico (con ibuprofene o indometacina) sembra avere influenzto solo l’IVH di grado 1, dato che tutti i pazienti con IVH di grado 1 erano stati trattati con ibuprofene (p = 0,032). Infine il trattamento chirurgico è risultato associato significativamente ad un outcome neuromotorio patologico (paralisi cerebrale) e a punteggi inferiori ai limiti di norma per le sottoscale locomotoria, del linguaggio e della coordinazione occhio.mano della scala di Griffiths. Ripetendo l’analisi introducendo la variabile “presenza/assenza di IVH” tali significatività venivano mantenute solo in presenza di IVH. Conclusioni La presenza di un dotto arterioso emodinamico è associato ad un aumentato rischio di mortalità nei neonati pretermine di peso alla nascita ≤ 1250 g. L’incidenza di comorbidità a breve termine quali IVH, BPD, ROP è aumentata nei neonati con HSPDA. Il dotto emodinamico non sembra influenzare l’outcome neuromotorio a 2 anni di vita, come neppure il trattamento farmacologico. Il trattamento chirurgico potrebbe invece peggiorare l’outcome a lungo termine nei pazienti che sono affetti da condizioni cliniche pre-legatura sfavorevoli.
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