Riassunto analitico
Questa tesi compilativa cerca di tracciare un percorso di studio e ricerca che identifichi nelle figure magiche femminili di Circe e Medea due donne rivoluzionarie. In un’epoca in cui non era concessa libertà creativa e conoscitiva alle donne, le due maghe si creano la propria per fare uso dei saperi sulla natura e sul mondo emancipandosi dall’ideale di donna modello. Il loro atteggiamento ribelle e trasgressivo contribuirà a renderle minacciose agli occhi degli uomini che le relegheranno nel contesto dell’amorfismo naturale. Ritenute donne indomabili e selvagge, le maghe saranno condannate all’esclusione sociale, alla condanna e alla persecuzione: un’abitudine che permarrà, dopo l’ellenismo, con l’oscuro periodo delle inchieste medievali. L’elaborato approfondisce le cause della loro natura di ribellione, riportandole ad un universo mitologico antecedente all’Olimpo ellenico e fondamentale nelle società ginecocratiche antiche. Il tramonto di quest’ultime è stato imposto dall’uccisione del ruolo della madre per mano dell’uomo-eroe costituendo la società patriarcale di Circe e Medea. Esse, astraendole dagli aspetti aggressivi e violenti delle loro azioni, sostengono qui un’emancipazione di genere dallo stigma, prima sociale e poi religioso, che si afferma su di loro, affermando che la donna non è portatrice di mali come il mito vuole far credere. Questa ricerca è una considerazione sulla realtà culturalmente fondata sul dislivello di genere, ma prima di tutto umana. Pertanto, può essere oggetto di riflessione tanto da parte delle donne quanto da parte degli uomini. L’elaborato è stato reso possibile dal combinarsi della mitologia greco-antica insieme a letture contemporanee e moderne. L’antichità e il presente hanno contribuito a descrivere i personaggi inseriti qui e a rileggerli in chiave moderna anche grazie alla crescente esigenza sociale di una voce femminile narrante all’interno del retelling mitologico.
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