Riassunto analitico
Negli ultimi anni ho lavorato presso le scuole dell’Infanzia della Val di Fiemme e ho avuto modo di entrare in contatto con bambini del posto e bambini stranieri. Una bambina in particolare mi ha colpita, si tratta di una bambina di origini pakistane, che frequentava assiduamente la scuola ma non comunicava. I genitori di questa bambina non conoscevano l’italiano e parlavano in lingua madre con la bimba; il fratello maggiore, che frequentava il primo anno della scuola primaria (conosceva l’italiano perché imparato alla scuola dell’infanzia), spesso si trovava nella condizione di dover tradurre ai genitori le comunicazioni o gli avvisi. Questa situazione mi ha portata a interrogarmi su come questi bambini che non conoscono l’italiano possano imparare una seconda lingua, e come le famiglie vivono questo cambiamento. Ripensando poi alla mia situazione familiare mi ha fatto ricordare il disagio che provavo alla scuola dell’infanzia quando i miei coetanei mi dicevano di non capirmi, e alla frustrazione con la quale mia madre racconta il colloquio avuto con l’insegnante che la invitata a eliminare la sua lingua d’origine. Un aspetto non di poco conto sta nella storia personale di questi bambini; perché mentre io vivevo nel mio paese d’origine dove queste varietà linguistiche erano comunque in parte riconosciute, loro si trovano in un paese sconosciuto, nuovo, dove dover ricominciare da capo, con una nuova lingua da imparare. E se poi le nuove lingue parlate sul territorio sono due? Come nel caso dell’Alto Adige o della Val di Fassa? Da questa riflessione ho sviluppato l’approfondimento che tratto nelle prossime pagine. Nel primo capitolo verrà esposta una panoramica che riguarda documenti e normative che garantiscono il diritto e dovere allo studio dei minori stranieri presenti sul territorio italiano. Nel secondo capitolo viene elaborata una analisi sul bilinguismo, le sue forme e la mediazione culturale e linguistica specificando l’importanza di una alleanza educativa tra scuola e famiglia. Nel terzo capitolo si presenta il riconoscimento costituzionale delle minoranze linguistiche presenti sul territorio italiano, con particolare approfondimento della lingua ladina e le relative normative. Nel quarto capitolo si espongono i risultati di una breve ricerca svolta nelle scuole dell’infanzia e primarie della Val di Fassa, con il fine di indagare come viene gestito l’insegnamento della lingua minoritaria ai bambini stranieri e se questa risulta essere un ostacolo all’apprendimento della lingua nazionale. La tesi vuole quindi approfondire, tramite una ricerca bibliografica e un’intervista al Preside della Scola Ladina de Fascia e la coordinatrice delle scuole dell’infanzia provinciali della Val di Fassa, come viene garantito il diritto e dovere allo studio del minore straniero, prestando particolare attenzione alla tematica della lingua in un contesto caratterizzato da un bilinguismo già radicato.
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