Riassunto analitico
Nel dicembre 2010 il Comitato di Basilea ha pubblicato una nuova disciplina prudenziale per le banche (cosiddetto “Accordo di Basilea 3”), in risposta alla crisi finanziaria. Questo lavoro di ricerca si pone l'obiettivo di analizzare le principali novità e le caratteristiche salienti delle regole contenute in tale accordo, focalizzandosi in particolare sulla disciplina dei fondi propri, che ha innalzato in modo significativo i livelli qualitativi e quantitativi di capitale. La riforma di Basilea 3, e in particolare il rafforzamento del capitale idoneo a fronteggiare le attività di rischio ponderate, mira a ridurre la probabilità che si verifichino in futuro crisi sistemiche e a rendere più robusto il sistema finanziario. Nel primo capitolo viene descritta l'evoluzione storica dei precedenti Accordi di Basilea, analizzandone i punti critici, mettendone in risalto le lacune più evidenti e cercando di comprendere i motivi che hanno portato alla loro revisione. Nel secondo capitolo vengono passate in rassegna le novità più rilevanti imposte dalle regole di Basilea 3, quali le modifiche in materia di capitale delle banche, l'introduzione di nuovi buffer di capitale, l'indice di leva finanziaria e l'introduzione di nuovi indicatori di liquidità. Sebbene la nuova normativa non abbia ancora potuto dispiegare i suoi effetti, in quanto è prevista una sua entrata in vigore frazionata in più fasi, si è cercato di evidenziarne le lacune e le possibili criticità che potrebbero verificarsi in futuro. Nel terzo ed ultimo capitolo, infine, avvalendosi delle norme contenute nel regolamento UE n. 575/2013, delle indicazioni tecniche reperibili negli RTS e negli ITS emanati dall'EBA e della circolare Banca d'Italia n. 286/2013, si analizzano le singole componenti che costituiscono i fondi propri delle banche.
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