Riassunto analitico
Le lesioni nodulari cutanee pongono problemi di diagnosi con metodiche non invasive tradizionali. Lo studio proposto ha l’intenzione di integrare le conoscenze oggi in nostro possesso con ulteriori dati al fine di aiutare il clinico nel corretto inquadramento diagnostico di questo tipo di lesioni. Lo studio si pone l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’utilizzo di due metodiche innovative di diagnostica non invasiva nelle lesioni nodulari cutanee, analizzando la capacità diagnostica della microscopia laser confocale e dell’OCT utilizzati in associazione, valutandone le possibili limitazioni. La microscopia laser confocale è una metodica non invasiva che fornisce scansioni orizzontali dell’epidermide a risoluzione quasi istologica in tempo reale. Viene utilizzata in diverse patologie cutanee, soprattutto oncologiche, in quanto è dimostrato che aumenti la specificità nelle lesioni cutanee di difficile diagnosi, soprattutto se melanocitarie. Viene sfruttato un diodo laser che crea una fonte di luce che penetra nella pelle, per poi venire riflessa, così da poter generare un’immagine nel monitor. Il contrasto nelle immagini di microscopia confocale si basa sul differente indice di rifrazione del tessuto. Strutture con un alto indice di rifrazione come la melanina, il collagene e la cheratina appaiono più chiare nelle immagini. Più la sezione di pelle è spessa, maggiore è la potenza del laser richiesta per penetrarvi. Il laser utilizzato dalla microscopia confocale non causa nessun danno al tessuto, ma non riesce ad oltrepassare il derma papillare (200 micrometri), ecco perché questo potrebbe porre limiti diagnostici nelle lesioni nodulari. Nelle lesioni molto ulcerate o con marcata ipercheratosi la biopsia va sempre eseguita perché la metodica risulta meno efficace. L’OCT è una metodica non invasiva che fornisce immagini in tempo reale dell’epidermide penetrando fino 500-1500 micrometri con una risoluzione di 3-7.5 micrometri. Penetra quindi più in profondità rispetto alla microscopia laser confocale, ma ha una minor risoluzione. Un ulteriore progresso della tecnica è il DynamicOCT che permette di visualizzare simultaneamente la vascolarizzazione della lesione. Questa metodica viene utilizzata soprattutto nella diagnosi di carcinoma basocellulare e dei suoi sottotipi.
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