Riassunto analitico
La sepsi e lo shock settico rappresentano quadri clinici potenzialmente letali la cui gravità e il cui andamento dipendono dal tempo, e che richiedono una gestione tempestiva per ridurre la mortalità. Esse costituiscono un problema rilevante per la salute pubblica in tutto il globo, rappresentando una delle principali cause di morbilità, mortalità, disabilità a lungo termine, e di aumento dei costi sanitari. Al fine di migliorare l’outcome del paziente, la sepsi e lo shock settico devono essere immediatamente identificati e trattati correttamente. Una delle principali priorità della sanità pubblica è l'ottimizzazione del trattamento dei pazienti affetti da sepsi/shock settico nel reparto di emergenza (ED), che di solito rappresenta il primo punto di contatto del paziente con il sistema sanitario. Negli ultimi decenni, si è registrato un notevole sviluppo nel contesto del trattamento di sepsi e shock settico, a partire dalle ultime Linee guida della Surviving Sepsis Campaign del 2021. Il primo farmaco antimicrobico che viene somministrato deve essere selezionato in base a linee guida redatte sulla base su diversi parametri. Tuttavia, è anche necessario tenere a mente che la resistenza agli antibiotici è un fenomeno in piena evoluzione e espansione, che sfida la nostra capacità di controllare e gestire le malattie infettive. Ciò ha portato i ricercatori e gli operatori sanitari a cercare un approccio più efficace per la gestione delle infezioni in pazienti critici con sepsi o shock settico, soprattutto nella gestione iniziale. Sebbene l'importanza di questo elemento cruciale nella gestione precoce della sepsi e dello shock settico sia nota, vi è ancora una mancanza di conoscenze sull'impatto di una terapia antibiotica appropriata e data al giusto timing sugli outcomes di questi pazienti. Lo scopo di questo studio è quello di valutare l'impatto del corretto timing e dell’appropriatezza antibiotica, come elemento aggiuntivo della gestione precoce della sepsi e dello shock settico nel reparto di emergenza, sulla mortalità complessiva a 14 giorni. Lo studio è stato condotto presso la Struttura complessa di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza del Policlinico di Modena, si tratta di uno studio monocentrico, retrospettivo, osservazionale che ha coinvolto 271 pazienti che hanno fatto accesso al Pronto Soccorso nel periodo tra giugno 2019 e aprile 2023, e nei quali le diagnosi di sepsi o shock settico sono state ipotizzate come possibili o probabili sulla base dei dati clinici, laboratoristici e strumentali a disposizione. L’outcome primario preso in considerazione è la mortalità complessiva a 14 giorni, gli outcomes secondari sono: la mortalità complessiva a 30 e 90 giorni. l’uso di una terapia antibiotica appropriata (in accordo con le linee guida basate sull’epidemiologia locale e sui fattori di rischio infettivi del paziente), combinata con un’accurata identificazione del focolaio infettivo iniziale e una consulenza rianimatoria precoce, possono rappresentare elementi protettivi per la mortalità a 30 giorni nei pazienti con sepsi e shock settico nel tentativo di prevenire gli alti tassi di mortalità rilevati nello studio. Inoltre, considerati i risultati evidenziati, questo studio vi sono nuove possibilità di ulteriori approfondimenti attraverso analisi più approfondite sull’impatto che una terapia adeguata al momento giusto può avere sulla mortalità di questi pazienti, consentendo così una nuovo approccio alla sepsi e allo shock settico.
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Abstract
Sepsis and septic shock are life-threatening and time-dependent conditions that require timely management to reduce mortality. They constitute a major public health concern worldwide, representing a leading cause of morbidity, mortality, long-term disability, and increased healthcare costs in developed countries. To improve the patient's outcome, sepsis and septic shock must be immediately identified and properly treated. A major public health priority is optimizing the treatment of patients with sepsis or septic shock in the emergency department (ED), which usually represents the
patient's first point of contact with the healthcare system Emergency physicians have a crucial role in the early stages of patient management, which
include accurate initial diagnosis, fluid resuscitation, and early antibiotic administration. In recent decades, there has been a considerable development in
the treatment of sepsis and septic shock, starting from the Surviving Sepsis Campaign Guidelines of 2021. Indeed, a critical component of pharmacological management is the early, empiric administration of antimicrobial medication when sepsis or septic shock are identified. Nonetheless, it's also necessary to keep in mind that antibiotic resistance is still evolving and expanding, challenging our ability to control and manage infectious diseases in both humans and animals. In fact, widespread use of broad-spectrum antibiotics led to an increasing number of multidrug-resistant (MDR)
microorganisms, decreasing both the effectiveness and the variety of choices accessible to
use of different antimicrobial agents This motivated researchers and health practitioners to look for a more effective approach for managing infections in critically ill patients with sepsis or septic shock, especially in the
initial management. Although the importance of this crucial element in the early management of sepsis and septic shock is known, there is still a lack of knowledge about the impact of appropriately timed antibiotic therapy on the outcome of these patients. The aim of this study is to evaluate the impact of timely and appropriate antibiotic treatment as an additional element of the early management of sepsis and septic shock in the emergency department on all-cause 14-day mortality. A single-center retrospective observational study was conducted at the ED of the Polyclinic of Modena, including 271 patients who accessed the Emergency Department in the period from June 2019 to April 2023 and who received a diagnosis of "sepsis" or "septic shock", or in which such conditions were suspected on the basis of the physician's clinical evaluation. The primary outcome was all-cause 14-day mortality; the secondary outcomes were 30- and 90-day mortality. The results of the univariate analysis reveal some improvements in early management of sepsis and septic shock in the emergency department, with a higher percentage of patients receiving adequate fluid therapy and monitoring of vital signs. There is still a high fraction of patients who receive the antibiotic later than the time suggested by the guidelines or who do not receive it. the use of appropriate antibiotic therapy (in accordance with the recommendations based on local epidemiology and the patient's infectious risk factors), combined with accurate identification of the initial infectious focus and early resuscitation counseling, can represent protective elements for 30-day mortality in patients with sepsis and septic shock in attempting to prevent the high mortality rates that were detected in the study. this study opens up new possibilities for further investigations through more in-depth analyses of the impact that appropriate therapy at the right time can have on the mortality of these patients, thus allowing a new, more targeted and timely approach to sepsis and septic shock.
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