Riassunto analitico
Introduzione: Numerosi studi mettono in luce il ruolo fondamentale ricoperto dai familiari nella vita di persone affette da gravi disturbi psichiatrici, tra cui in particolare la schizofrenia. Nonostante ciò, in Italia, solo l’8% dei nuclei familiari riceve un intervento psicoeducativo in condizioni di routine, e tale percentuale non è dissimile da quanto rilevato in altri contesti assistenziali, sia in Europa che negli USA. Questi interventi, di matrice cognitivo-comportamentale, influiscono positivamente sull’esito e sul decorso della malattia, sono in grado di dimezzare le ricadute psicotiche a due anni, alleviano il carico familiare, incrementano le risorse sociali della famiglia, consentono una riduzione complessiva dei costi assistenziali e migliorano il rapporto degli operatori con utenti e familiari. Gli interventi psicoeducativi familiari, per le suddette motivazioni, vengono raccomandati da diverse linee guida come trattamenti elettivi per la cura della schizofrenia. Dal 1998 si svolge presso il Centro di Salute Mentale (CSM) di Sassuolo (Modena) un intervento psicoeducativo di gruppo rivolto a familiari di utenti con diagnosi di disturbo mentale grave in carico al CSM. Scopo: Obiettivo della presente tesi di laurea è stato valutare l’efficacia di tale intervento negli anni 2011-2012. Materiali e Metodi: Nel biennio di studio si sono svolti 4 cicli di incontri (rispettivamente due nel 2011 e due nel 2012) della durata di 6 incontri l’uno per un totale di 24 complessivi. Ogni incontro, della durata di circa un’ora e mezza, ha previsto l’introduzione di uno specifico argomento d’interesse da parte di un operatore sanitario e la successiva discussione con i familiari partecipanti. L’efficacia di questo intervento è stata quindi valutata su un campione di 10 nuclei familiari mediante la somministrazione, ad ogni ciclo, di scale psicometriche a familiari (QCF, QPF, WHOQOL-breve, HADS) e pazienti (SNQ, WHOQOL-breve, AD, BPRS), insieme all’analisi di specifici indicatori clinici relativi ai pazienti negli anni di studio. Risultati: Dall’analisi dei dati, nel biennio considerato,si rileva un miglioramento per quanto riguarda gli indicatori clinici, risultano diminuiti gli accessi programmati e urgenti così come i ricoveri programmati e urgenti dei pazienti al CSM, inoltre il numero dei TSO è rimasto invariato nel tempo. Insieme a ciò, dalla valutazione dei questionari HADS somministrati ai familiari, si evince un lieve miglioramento rispetto ai livelli di ansia mentre dall’analisi dei questionari QPF si rileva un trend in miglioramento rispetto al carico oggettivo dei familiari. La scala BPRS, somministrata ai pazienti, rileva un miglioramento rispetto ai sintomi depressivi e sintomi negativi dal 2011 al 2012. D’altra parte i risultati del questionario WHOQOL-breve, somministrato ai familiari, mostrano un peggioramento nella percezione delle proprie relazioni sociali, mentre dall’analisi del questionario QCF, si rileva un peggioramento nella percezione del familiare riguardo al coinvolgimento sociale del proprio caro. Conclusioni: I risultati indicano che l’intervento psicoeducativo migliora la capacità di gestione del paziente all’interno della realtà familiare e aumenta il grado di collaborazione col personale medico ed infermieristico, portando ad una diminuzione nel tempo dei livelli di ansia percepiti dai familiari e un alleggerimento del carico familiare.
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