Riassunto analitico
Questo lavoro di tesi nasce dal desiderio e dalla curiosità di analizzare ed approfondire il fenomeno del pregiudizio, in particolare quello verso la disabilità. L’ingente presenza di atteggiamenti pregiudizievoli e le conseguenze negative che questi producono sui soggetti che li subiscono, mostra come questo tema abbia bisogno di nuove riflessioni e di continui approfondimenti. Alcuni stereotipi hanno contribuito nel considerare i disabili una categoria a sé, formata da soggetti poco abili, psicologicamente fragili, troppo emotivi, inaffidabili, volubili ed alle volte anche irascibili. Nelle interazioni, si tende a mostrare verso di loro un imbarazzo o una diffidenza che derivano non solo dal non sapere come comportarsi ma anche dal disagio che provoca la loro presenza. Ad oggi, la disabilità fisica è stata formalmente accettata, riconoscendo lo status sociale di categoria protetta, ottenendo così vantaggi sul piano dell’assistenza e dell’occupazione anche se ancora sopravvivono stereotipi riguardanti l’inadeguatezza e lo stato di dipendenza dei disabili. Nel primo capitolo è stato esaminato il concetto di pregiudizio, dapprima in modo generale e successivamente in modo più specifico verso i soggetti con disabilità. Si è partiti quindi da alcune definizioni, riportando inoltre differenti spiegazioni che hanno cercato di indagare la nascita del pregiudizio negli individui. Successivamente è stata riportata la differenza tra pregiudizio esplicito ed implicito, approfondendo gli strumenti utili alla sua misurazione e le diverse strategie per la sua riduzione. Si è approfondito il contatto indiretto, in particolare quello vicario, in quanto base teorica fondamentale per la ricerca riportata nel terzo capitolo di questo elaborato. Si sono infine riportate alcune classificazioni riguardanti la disabilità, oltre ai più comuni pregiudizi che riguardano le persone disabili. Nel secondo capitolo si è voluto approfondire il tema delle tecnologie digitali esaminando, attraverso alcune ricerche, l’influenza che queste hanno generato in particolare sui bambini. Si è successivamente analizzato come anche i contesti di apprendimento sono stati fortemente influenzati dalla nascita e successiva diffusione delle nuove tecnologie, ponendo in luce alcune aree centrali nella pratica didattica, in cui il ruolo del pensiero tecnologico è stato e rimarrà centrale. Infine, sono state riportate alcune ricerche utili per comprendere quando e come le tecnologie possano risultare centrali nei processi di apprendimento ed il crescente interesse rispetto all’utilizzo dei video a scopo didattico. Nel terzo capitolo sono stati riportati i dati di una ricerca in una scuola primaria condotta per ridurre il pregiudizio nei bambini. Lo scopo della ricerca è stato quello di verificare se diverse forme di contatto vicario, cioè attraverso la lettura di storie o la visione di video (in formato di cartone animato), abbiano effetti differenti su una serie di variabili legate alle relazioni intergruppi. In particolare, in questo elaborato, si è andati a verificare se la condizione video risulti essere più efficace della condizione storia, nel miglioramento delle intenzioni di contatto.
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Abstract
Questo lavoro di tesi nasce dal desiderio e dalla curiosità di analizzare ed approfondire il fenomeno del pregiudizio, in particolare quello verso la disabilità. L’ingente presenza di atteggiamenti pregiudizievoli e le conseguenze negative che questi producono sui soggetti che li subiscono, mostra come questo tema abbia bisogno di nuove riflessioni e di continui approfondimenti. Alcuni stereotipi hanno contribuito nel considerare i disabili una categoria a sé, formata da soggetti poco abili, psicologicamente fragili, troppo emotivi, inaffidabili, volubili ed alle volte anche irascibili. Nelle interazioni, si tende a mostrare verso di loro un imbarazzo o una diffidenza che derivano non solo dal non sapere come comportarsi ma anche dal disagio che provoca la loro presenza. Ad oggi, la disabilità fisica è stata formalmente accettata, riconoscendo lo status sociale di categoria protetta, ottenendo così vantaggi sul piano dell’assistenza e dell’occupazione anche se ancora sopravvivono stereotipi riguardanti l’inadeguatezza e lo stato di dipendenza dei disabili.
Nel primo capitolo è stato esaminato il concetto di pregiudizio, dapprima in modo generale e successivamente in modo più specifico verso i soggetti con disabilità.
Si è partiti quindi da alcune definizioni, riportando inoltre differenti spiegazioni che hanno cercato di indagare la nascita del pregiudizio negli individui. Successivamente è stata riportata la differenza tra pregiudizio esplicito ed implicito, approfondendo gli strumenti utili alla sua misurazione e le diverse strategie per la sua riduzione.
Si è approfondito il contatto indiretto, in particolare quello vicario, in quanto base teorica fondamentale per la ricerca riportata nel terzo capitolo di questo elaborato. Si sono infine riportate alcune classificazioni riguardanti la disabilità, oltre ai più comuni pregiudizi che riguardano le persone disabili.
Nel secondo capitolo si è voluto approfondire il tema delle tecnologie digitali esaminando, attraverso alcune ricerche, l’influenza che queste hanno generato in particolare sui bambini. Si è successivamente analizzato come anche i contesti di apprendimento sono stati fortemente influenzati dalla nascita e successiva diffusione delle nuove tecnologie, ponendo in luce alcune aree centrali nella pratica didattica, in cui il ruolo del pensiero tecnologico è stato e rimarrà centrale. Infine, sono state riportate alcune ricerche utili per comprendere quando e come le tecnologie possano risultare centrali nei processi di apprendimento ed il crescente interesse rispetto all’utilizzo dei video a scopo didattico.
Nel terzo capitolo sono stati riportati i dati di una ricerca in una scuola primaria condotta per ridurre il pregiudizio nei bambini. Lo scopo della ricerca è stato quello di verificare se diverse forme di contatto vicario, cioè attraverso la lettura di storie o la visione di video (in formato di cartone animato), abbiano effetti differenti su una serie di variabili legate alle relazioni intergruppi. In particolare, in questo elaborato, si è andati a verificare se la condizione video risulti essere più efficace della condizione storia, nel miglioramento delle intenzioni di contatto.
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