Riassunto analitico
L'elaborato di tesi proposto è volto ad indagare l'universo del mondo femminile, focalizzando l'attenzione su una tematica molto attuale, ovvero quella dell'oggettivazione femminile. È stata svolta un'indagine longitudinale che ha previsto la compilazione di un questionario in due momenti differenti, nei mesi di febbraio e maggio, avente come obiettivo quello di indagare come le donne si percepiscono, come valutano le relazioni che instaurano con gli altri e, infine, se queste ultime generano un'influenza positiva sulla loro persona e personalità. Dunque, il primo capitolo evidenzia la tematica dei legami di attaccamento poiché, come ha dimostrato John Bowlby (1907-1990), le tipologie di legami che si costruiscono nel corso della vita, soprattutto nel periodo dell'infanzia, con le proprie figure di attaccamento, possono influenzare i soggetti nella creazione di nuovi legami affettivi ed emotivi con altre persone. Il secondo capitolo è incentrato sul fenomeno di attribuzione di umanità, con una dettagliata spiegazione dei concetti di deumanizzazione, esclusione morale e infraumanizzazione: tale capitolo è importante per comprendere i meccanismi presenti all'interno del processo di oggettivazione femminile, ovvero le sette dimensioni proposte da Martha Nussbaum (1999), secondo la quale l'oggettivazione è volta a considerare come un oggetto qualcuno che oggetto non è, non riconoscendo al soggetto la sua integrità e la sua umanità. Il fenomeno di deumanizzazione rappresenta una forma di negazione dell'umanità che tende ad escludere individui o gruppi di individui dal mondo umano e, di conseguenza, consente di giustificare condotte aggressive e violente rivolte nei loro confronti. Di grande rilevanza è anche la teoria dell'esclusione morale che prevede la repulsione di alcuni individui da un gruppo sociale poiché vengono avvertiti come pericoli per l'incolumità del gruppo e, dunque, come soggetti da poter sfruttare secondo i propri interessi. Infine, è stata descritta la teoria dell'infraumanizzazione, definita come un processo psicologico che conduce a percepire l'outgroup come non completamente definito da attributi unicamente umani. Come anticipato in precedenza, il terzo capitolo descrive il tema dell'oggettivazione, in questo caso femminile, volta a subordinare gli individui e a considerarli come strumenti ed oggetti necessari per conseguire determinati obiettivi (Gruenfeld et al., 2008). Una particolare forma di oggettivazione è quella sessuale la quale riduce il soggetto a un corpo utile solamente a soddisfare i propri desideri sessuali, e per appagare le necessità altrui. Il capitolo termina con un'analisi del concetto dell'auto-oggettivazione, un meccanismo attraverso il quale le donne giungono ad auto percepirsi come oggetti del desiderio delle altre persone, interiorizzando la visione oggettivante dell'altro, e sono incentivate a ricorrere sempre di più a forme di chirurgia estetica, a diete alimentari e a sedute di palestra per avvicinarsi a quelli che sono gli ideali standardizzati della nostra società. In conclusione, il quarto capitolo si basa sulla descrizione dell’indagine longitudinale, da noi svolta, fondata sulla somministrazione di un questionario a un campione di duecento donne maggiorenni: esso è volto ad indagare principalmente la percezione che le donne hanno di se stesse e degli altri, con l’obiettivo di comprendere se lo sguardo oggettivante e il giudizio dell’altro possa compromettere l’integrità della persona e abbia un’influenza negativa sulle persone e sui fattori di personalità. Il mio auspicio è che un giorno tutte le donne, e anche tutti gli uomini, diventino in grado di guardarsi con altri occhi, siano capaci di accogliere il proprio corpo, non sempre perfetto, e di seguire quello che desiderano senza cercare l’approvazione degli altri.
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