Riassunto analitico
Il glioblastoma multiforme rappresenta il terzo più frequente tumore primitivo, nonché il più frequente tumore primitivo maligno del sistema nervoso centrale. Nonostante il trattamento standard combini chirurgia, chemioterapia e radioterapia, la sopravvivenza mediana è di 15 mesi. La maggior parte dei fattori prognostici identificati nei pazienti affetti da glioblastoma non è modificabile; l’unico fattore prognostico modificabile è rappresentato dall’estensione della resezione, sul quale può agire il neurochirurgo. Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato come la gross total resection (GTR), ovvero l’asportazione di tutto il tumore che prende contrasto all’imaging preoperatorio, si associ ad un vantaggio nella sopravvivenza. Tuttavia, raggiungere la GTR è possibile solo in una parte dei pazienti a causa dell’eventuale coinvolgimento da parte del tumore di siti profondi o aree eloquenti e, in generale, della natura fortemente infiltrativa del glioblastoma che rende difficoltoso distinguerne i margini a livello intraoperatorio. Ad oggi, esistono diversi strumenti pre ed intraoperatori che possono essere sfruttati per massimizzare l’estensione della resezione e, al contempo, ridurre la morbidità associata alla resezione chirurgica; tra questi: i traccianti fluorescenti. I traccianti fluorescenti sono farmaci che vengono somministrati al paziente per via sistemica prima dell’asportazione della neoplasia. Hanno la capacità di accumularsi specificatamente a livello del tumore e, quando eccitati da radiazioni con la lunghezza d’onda appropriata, emettono altre radiazioni, visibili attraverso un apposito filtro incorporato nel microscopio chirurgico, che evidenziano il tumore favorendone l’asportazione completa. I traccianti fluorescenti oggi impiegati in neurochirurgia oncologica sono l’acido 5-aminolevulinico (5-ALA) e la fluoresceina sodica; in letteratura, non c’è evidenza della superiorità di uno rispetto all’altro. La fluoresceina sodica, quando iniettata per via endovenosa, si accumula selettivamente a livello dello spazio extracellulare nelle regioni dove la barriera ematoencefalica è danneggiata. Nei gliomi di alto grado, la densità elevata delle cellule tumorali rompe la barriera emato-encefalica, determinando, in seguito alla somministrazione della fluoresceina, un enhancement in tempo reale delle stesse aree che prendono contrasto alla RM; di conseguenza, può essere sfruttata durante l’intervento per distinguere il tessuto fluorescente/che prende contrasto dal tessuto non fluorescente/che non prende contrasto, aiutando nel conseguimento della GTR. Attualmente, in letteratura, gli studi che valutano l’uso della fluoresceina sodica nella chirurgia dei gliomi di alto grado sono in numero limitato, nella metà dei casi senza gruppo di controllo e con serie limitate di pazienti. Inoltre, sebbene alcuni di questi studi abbiano dimostrato che l’impiego di tale tracciante si associa ad un aumento nel tasso di GTR, il suo reale impatto sulla overall survival (OS) e la progression free survival (PFS) nei pazienti affetti da glioma di alto grado è ancora in fase di valutazione e studio. Pertanto, gli obiettivi del presente studio sono: - valutare se l’utilizzo della fluoresceina sodica è in grado di aumentare la OS e PFS nei pazienti affetti da glioblastoma (end-point primario); - valutare se l’utilizzo della fluoresceina sodica è in grado di aumentare il tasso di GTR nei pazienti affetti da glioblastoma (end-point secondario).
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