Riassunto analitico
Abstract Renata di Francia e Giulia Gonzaga, due gentildonne tra cultura umanistica e movimenti ereticali. Fin dal tardo Medioevo la Chiesa di Roma era stata percorsa da critiche e da vari tentativi di riformare lo spirito che la animava dall’interno. Nel Cinquecento, all’interno del contesto italiano, i venti della ribellione religiosa, legati al movimento protestante e calvinista, diedero vita ad un «Rinascimento delle eresie», un movimento parallelo al Rinascimento culturale, e gran parte di questo pensiero trovò appoggio e protezione presso alcune donne di alto rango, che accolsero nelle loro corti esponenti di varia matrice culturale e religiosa. Il caso di Renata di Francia, duchessa di Ferrara, risulta emblematico a tal proposito e raccoglie attorno a sé una serie di influenze e tendenze che ebbero origine nell’ambito della corte francese. Maritatasi al meno prestigioso dei molti nobili pretendenti che le erano stati prospettati, molto desiderata dal suocero, perché nobile figlia del re di Francia Luigi XII, e disprezzata, invece, dal marito, Ercole II d’Este, per l’aspetto fisico, Renata di Francia giunse a Ferrara nel 1528 per suggellare l’alleanza tra i duchi estensi e la corona di Francia. La duchessa creò attorno a sé una corte sul modello francese, sperimentato durante l’infanzia e l’adolescenza, attraverso il contatto diretto con la cugina Margherita di Navarra, sorella di Francesco I re di Francia, che, alla morte dei genitori, l’aveva accolta e cresciuta come una sorella. A corte accolse eretici di vario orientamento e lo stesso Calvino soggiornò presso di lei e intrattenne con la duchessa una fitta corrispondenza epistolare. Il circolo ferrarese durò circa trent’anni ma Renata, pur aderendo alla fede riformata, cercò sempre di rimanere neutrale sul piano politico. Dopo la morte del marito, che temendo l’Inquisizione l’aveva relegata agli arresti domiciliari, Renata fece ritorno in patria nel 1558 e nel suo piccolo feudo di Montargis, vicino Orléans, accolse cattolici e ugonotti, aiutando profughi e vittime delle guerre aldilà del loro credo, affermando così, nella pratica, il rispetto per la libertà di coscienza. Una sorte e una vicenda in parte simile fu quella di Giulia Gonzaga. Considerata una tra le più belle dame del suo tempo, tanto da essere ritratta da famosi pittori e celebrata da illustri poeti, tra cui il Tiziano, Bernardo Tasso e Ludovico Ariosto, Giulia Gonzaga, appartenente ad una delle famiglie più illustri, alla morte del marito, Vespasiano Colonna, si stabilì a Fondi, animando con il suo segretario, il poeta modenese Gandolfo Porrino, un piccolo ma raffinato circolo intellettuale nel locale castello, frequentato da letterati ed esponenti del movimento protestante e valdese, cosa che le procurò le attenzioni dell'Inquisizione, che cominciò a raccogliere prove per un processo d’eresia ma che, alla fine, venne annullato grazie all'intervento dei cugini, il cardinale Ercole e Ferrante I Gonzaga. Renata di Francia e Giulia Gonzaga costituiscono un esempio importante nell’ambito della Riforma religiosa in Italia nel Cinquecento, entrambe non furono spettatrici passive ma al contrario, da “gentildonne irrequiete”, furono al centro delle trasformazioni che avvennero in quel periodo, tra pensiero critico, dissenso e scelta di campo, alla ricerca di una religiosità più autentica, desiderio che mostra come esse siano state al centro di proposte di riforma per un rinnovamento spirituale della cristianità, aldilà delle appartenenze confessionali.
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