Riassunto analitico
Introduzione: lo Stato Epilettico (SE) è una tra le più frequenti emergenze neurologiche ed è associato a elevati tassi di complicanze, morbilità e mortalità. Nelle ultime decadi la letteratura si è interrogata se un singolo SE si associ ad un maggior rischio di un secondo evento delineando uno SE ricorrente e in quali circostanze.
Obiettivi: analizzare le variabili demografiche, cliniche, terapeutiche e prognostiche dei pazienti con stato epilettico e, in particolare, la sua forma recidivante (rSE); determinare il rischio di recidiva dello rSE; analizzare la sopravvivenza degli rSE tramite il confronto con i singoli casi incidentali (iSE).
Metodi: è stata effettuata una valutazione retrospettiva della casistica degli SE in una popolazione di pazienti adolescenti e adulti (≥14 anni) osservati tra il 1° settembre 2013 e il 30 aprile 2020, presso l’Ospedale Civile di Baggiovara (OCB), Modena. Sono stati esclusi gli eventi post-anossici (63) e i pazienti con storia di stato epilettico precedente al periodo dello studio (10). Abbiamo effettuato un confronto tra i casi di SE ricorrente e incidente. Sono state confrontate caratteristiche demografiche, cliniche, di risposta al trattamento e outcomes dei due gruppi analizzati. Abbiamo calcolato la sopravvivenza nei due gruppi e tra gli rSE con recrudescenze precoci (ErSE) rispetto che tardive (LrSE). È stato inoltre stimato il rischio di recidiva nel tempo. Sono state anche ristrette le analisi alla sola popolazione superstite a 30 giorni dal primo evento.
Risultati: abbiamo osservato 462 pazienti, di cui 420 hanno presentato esclusivamente un evento incidente (età media 71.1 anni; 60% donne), mentre 42 pazienti eventi ricorrenti (età media 68.9 anni; 67% donne). Un’eziologia sintomatica remota è stata più frequentemente osservata nei pazienti con rSE rispetto agli iSE (OR 3.41, 95%CI 1.09-10.77; p=0.04), soprattutto in caso di ricaduta dopo 6 mesi (trend con p=0.08). Restringendo le osservazioni ai non deceduti a 30 giorni dal primo episodio, anche le cause sintomatiche progressive risultano associate in maniera significativa al rischio di recidiva (OR 2.94, 95%CI 1.27-6.90; p=0.01). In termini di risposta al trattamento è emerso un trend degli rSE per forme di Stato Epilettico Super-Refrattario (SRSE) (OR 2.8, 95%CI 0.9-8.3; p=0.06), con significatività in caso di analisi limitata ai superstiti a 30 giorni dal primo episodio (OR 4.22, 95%CI 1.40-12.67; p=0.01). La refrattarietà alle terapie di prima e seconda linea tende ad essere più frequente in caso di prima ricaduta a 1-6 mesi (p=0.06). Il rischio di ricorrenza cumulativo nella popolazione è risultato pari a 1.5%, 9.2%, 13.0%, 15.6%, 17.1% e 21.1% rispettivamente a 30 giorni, 6 mesi, un anno, due anni, tre anni e 4 anni dall’evento indice, con valore più elevato nei primi 6 mesi (9.2%). La sopravvivenza degli rSE è maggiore rispetto agli iSE solo nei primi 24-36 mesi, con un andamento che tende a invertirsi successivamente e senza differenze significative tra i due gruppi (p=0.69). Tra le forme recidivanti, la sopravvivenza è significativamente minore in caso di ricaduta a 1-6 mesi rispetto che successivamente (p=0.04).
Conclusioni: i dati raccolti suggeriscono la ricorrenza dello SE sia più frequente in caso di SE sintomatico remoto e progressivo e in caso di mancata risposta alle prime linee di terapia. La maggioranza delle ricadute si verifica entro 6 mesi dal primo episodio e la sopravvivenza è maggiore per le forme recidivanti solo nel breve termine. La prognosi tende ad essere peggiore in caso di prima recidiva precoce (a 1-6 mesi dall’evento indice) piuttosto che tardiva (dopo 6 mesi). La quantificazione del rischio di recidiva dello SE e la conoscenza dei fattori ad esso associati costituiscono informazioni rilevanti con implicazioni terapeutiche, prognostiche e di follow-up. Per l’esiguo numero di studi disponibili, sono necessarie ulteriori ricerche su questa tematica.
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Abstract
Introduction: Status epilepticus (SE) is one of the most frequent neurological emergencies and is associated with high rates of complications, morbidity and mortality. In recent decades, the literature has questioned whether a single SE is associated with a greater risk of a second event outlining a recurring SE and under what circumstances.
Objectives: to analyze the demographic, clinical, therapeutic and prognostic variables of patients with status epilepticus and, in particular, its relapsing form (rSE); to determine the risk of SE recurrence; to analyze the survival of rSE by comparing it with single incidental cases (iSE).
Methods: a retrospective assessment of the SE case history was carried out in a population of adolescent and adult patients (≥14 years) observed between 1 September 2013 and 30 April 2020, at the Civil Hospital of Baggiovara (OCB), Modena. Post-anoxic events (63) and patients with a history of status epilepticus prior to the study period were excluded (10). We made a comparison between recurrent and incident SE cases. Demographic and clinical features, treatment response and outcomes of the two groups analyzed were compared. We conducted a survival analysis in the two groups and between rSEs with early (ErSE) versus late (LrSE) relapses. The risk of recurrence over time was also estimated. Analyzes were also restricted to the surviving population 30 days after the first event.
Results: we observed 462 patients, of whom 420 presented exclusively an accident event (mean age 71.1 years; 60% women), while 42 patients recurrent events (mean age 68.9 years; 67% women). A remote symptomatic aetiology was more frequently observed in patients with rSE than in iSE (OR 3.41, 95% CI 1.09-10.77; p=0.04), especially in the case of relapse after 6 months (trend with p=0.08). By restricting observations to survivors to 30 days after the first episode, the progressive symptomatic causes were also significantly associated with the risk of recurrence (OR 2.94, 95% CI 1.27-6.90; p=0.01). In terms of response to treatment, in rSEs a trend for forms of Super-Refractory Status Epilepticus (SRSE) (OR 2.8, 95% CI 0.9-8.3; p=0.06) emerged, with significance in case of analysis limited to survivors at 30 days from the first episode (OR 4.22, 95% CI 1.40-12.67; p=0.01). Refractoriness to first and second line therapies tended to be more frequent in case of first relapse at 1-6 months (p=0.06). The cumulative risk of recurrence in the population was 1.5%, 9.2%, 13.0%, 15.6%, 17.1% and 21.1% respectively at 30 days, 6 months, one year, two years, three years and 4 years after the index event, with the highest value in the first 6 months (9.2%). Survival of rSEs was greater than iSEs only in the first 24-36 months, with a trend that tended to reverse later and without significant differences between the two groups (p=0.69). Among the relapsing forms, survival was significantly lower in case of relapse at 1-6 months than afterwards (p=0.04).
Conclusion: the data collected suggest the recurrence of SE is more frequent in the case of remote and progressive symptomatic SE and in the case of failure to respond to the first lines of therapy. Most relapses occur within 6 months from the first episode and survival is greater for relapsing forms only in the short term. The prognosis tends to be worse in the case of a first early relapse (1-6 months after the index event) rather than a late one (after 6 months). The quantification of the risk of recurrence of the SE and the knowledge of the factors associated with it constitute relevant information with therapeutic, prognostic and follow-up implications. Due to the small number of studies available, further research on this topic is needed.
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