Riassunto analitico
La presente tesi di laurea si propone lo scopo di analizzare il mondo delle investigazioni scientifiche, volendone approfondire, in termini normativi e metodologici, la loro applicazione sulla scena del crimine. Con riferimento alla letteratura europea del secolo scorso, in particolare dai contributi di Adolphe Bertillon, di Salvatore Ottolenghi e di Edmond Locard, si delineano gli elementi strutturali delle primigenie scienze forensi, in questo modo incentrando la trattazione sull’argomento delle investigazioni criminali. Partendo dalla disciplina criminologica e poi criminalistica, in ottica interdisciplinare e multidisciplinare, si accenna al criminal profiling, che giustifica un breve excursus sui reparti specializzati delle Forze dell’ordine, sia di polizia scientifica sia dell’Arma dei carabinieri. Così, di conseguenza, e sulla scorta dei fondamenti costitutivi delle origini, si esaminano i moderni paradigmi delle investigazioni scientifiche. Qui s’inserisce il complicato, ma non evitabile, rapporto scienza-diritto, spiegato alla luce della nuova concezione popperiana della scienza, del Positivismo, del metodo scientifico e, non per ultimo, delle nuove tecniche del pensiero, tra cui la Forensic Intelligence Analysis. A seguire, sono elencate le metodologie e le normative che regolamentano l’approccio tendenzialmente prasseologico a un ipotetico locus commissi delicti. Dapprima, si esordisce con una breve analisi sulla definizione di ‘scena del crimine’ e di best practice deontologiche. Successivamente, si considera il primo intervento, il sopralluogo giudiziario e medico-legale, la Scientific Crime Scene Investigation o Scientific CSI e le operazioni del ‘processamento’, fino a una breve disamina sulle tracce fonti di prova e sulla documentazione rappresentativa del crimine, perciò i rilievi descrittivi, fotografici e planimetrici. Il consueto iter delle investigazioni sulla scena del crimine si conclude trattando della ricostruzione dell’evento delittuoso, incentrata, in questa sede, sulla genetica forense, con qualche cenno alle indagini di biologia molecolare forense, e quindi al DNA per fini investigativi e alla Polymerase Chain Reaction. Invero, parlando delle tracce biologiche, la tecnica della Bloodstain Pattern Analysis analizza la morfologia, la posizione, la direzione, la dimensione e la distribuzione delle macchie di sangue, visibili e latenti. In aggiunta, considerando le proprietà fisiche del sangue umano, dal punto di vista tassonomico, si descrivono i bloodstains patterns, tra cui passive, spatter e altered. In questo modo, i dati acquisiti e il lavoro degli esperti sono supportati da strumenti elettronici, tra cui il laser-scanner 3D che, occupandosi della rappresentazione tridimensionale del luogo del delitto, si manifesta come una preziosa fonte d’informazioni sulla dinamica della successione degli eventi, congiuntamente a una fedele riproposizione e simulazione dei fatti accaduti.
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