Riassunto analitico
La successione necessaria è il complesso di norme volte a garantire a determinati soggetti individuati dalla legge una quota di eredità, detta “quota legittima”, della quale il de cuius non può disporre. Il fondamento della legittima è da individuare nella solidarietà dei rapporti familiari. Molti sono i dibattiti dottrinali sorti intorno alla quota legittima fin dalla sua nascita. Gli orientamenti dottrinali rivestono un ruolo importante all’interno della Tesi, poiché, non di rado, si rivela necessario il ricorso all’interpretazione dottrinale per colmare le lacune presenti nel codice. La scelta di un determinato orientamento dottrinale incide direttamente sulla tutela delle situazioni giuridiche in sede giurisdizionale. La Tesi affronta problematiche giuridiche che hanno dato luogo, in tema di successione necessaria, a dibattiti in dottrina, come, ad esempio, le eccezioni al divieto di pesi o di condizioni di cui all’art. 549 c.c. o la natura della quota legittima. Particolare attenzione è riservata a questioni recenti, come gli accordi di reintegrazione e il rapporto tra la tutela della quota legittima e il patto di famiglia. Molto spesso, la successione necessaria è stata accusata di anacronismo e da più parti se ne è invocata l’abrogazione totale. Il Legislatore è intervenuto con due recenti riforme, la L. 14 Maggio 2005, n. 80, di modifica degli articoli 561 e 563 del codice civile e la L. 10 Dicembre 2012, n. 219, in materia di filiazione. Nella Tesi si cerca di valutare se, alla luce di tali interventi legislativi, il sistema della successione necessaria risulti modificato nella sua struttura portante, nelle sue finalità e nel grado di tutela riservato ai legittimari. Le conclusioni alle quali si è giunti nella Tesi sono le seguenti. La riforma del 2012 in materia di filiazione, con l’abolizione della facoltà di commutazione e l’introduzione del principio dell’unicità dello stato di figlio, ha armonizzato la successione necessaria col principio di uguaglianza. Per quanto riguarda, invece, la riforma del 2005, l’introduzione nell’art. 563 c.c. di un termine ventennale, decorso il quale è preclusa l’azione di restituzione, è volta a garantire maggiore certezza dei traffici giuridici. Nella Tesi si sostiene che un nuovo intervento riformatore sulla successione necessaria non dovrebbe avere ad oggetto nuovamente il legittimo affidamento dei terzi, bensì la salvaguardia dell’autonomia testamentaria. Per quanto riguarda, infatti, il legittimo affidamento dei terzi, esso risulta sufficientemente tutelato a seguito della riforma del 2005, giacché, se, ipoteticamente, si prevedesse un termine più breve di vent’anni, senza la possibilità di fare opposizione, i legittimari sarebbero eccessivamente pregiudicati, soprattutto se sopravvenuti. Il vero problema che affligge la successione necessaria, secondo la dottrina, è l’eccessiva compressione dell’autonomia testamentaria. Al fine di implementarla, si potrebbe prevedere la possibilità di modulare le quote a seconda delle esigenze economiche dei legittimari oppure rivedere la quota spettante al coniuge superstite, il quale, a partire dalla riforma del 1975, si trova in una posizione di supremazia rispetto agli altri legittimari, potendo cumulare metà della comunione legale, la quota legittima e i diritti di abitazione e uso. L’abolizione totale della successione necessaria è rifiutata dalla dottrina maggioritaria, poiché verrebbe favorito eccessivamente il testatore, il quale potrebbe sottrarsi, con atti dispositivi, alla solidarietà familiare, principio sul quale si fonda il sistema successorio italiano.
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