Riassunto analitico
La professione educativa è caratterizzata da elevata problematicità, complessità ed indeterminatezza, che richiedono all’educatore un dialogo continuo con la situazione. La pratica riflessiva, attuata in équipe, porta la riflessione soggettiva su un altro grado di approfondimento, caratterizzato dalla condivisione e dal confronto a livello di gruppo. Gli studi di Schon, in particolare, hanno avuto il merito di valorizzare la pratica professionale come processo di costruzione della conoscenza. Se una solida formazione universitaria di base consente, infatti, di guidare le nostre azioni e di attribuire significati, la riflessione sulla pratica sviluppa, invece, una conoscenza situata e necessaria che consente al singolo operatore di agire con maggiore consapevolezza e all’équipe di evolvere e crescere come gruppo, realmente coeso e allineato al progetto pedagogico. Il ruolo del coordinatore pedagogico in questo contesto si svolge su più fronti: egli supporta, infatti, la progettazione del percorso formativo, si pone come facilitatore delle relazioni ma, soprattutto, ha il compito di mantenere elevato il livello di approfondimento dell’oggetto di indagine nel rispetto della sostenibilità emotiva del gruppo. La pratica riflessiva vuole percorrere sentieri inediti di ragionamento, interrogandosi, come vedremo, oltre il convenzionale rapporto causa-effetto per leggere in profondità la vera natura dell’evento, secondo un approccio fenomenologico. Un’équipe attenta a cogliere quello che accade nel proprio servizio educativo, abituata a confrontarsi apertamente, vincendo resistenze e superando i conflitti, sarà un’équipe che riuscirà a dare risposte creative, utilizzando anche linee di pensiero divergente, senza derive spontaneiste, ma all’interno di una cornice di senso condivisa. L’idea di sviluppare presso il Centro Infanzia Marco Polo, in cui lavoro da oltre vent’anni, il progetto “Il lavoro di équipe in prospettiva riflessiva: opportunità e crescita delle risorse umane” si deve ad un crescente interesse verso queste tematiche, maturato durante il corso di “Coordinamento pedagogico e valutazione formativa” tenuto dal Prof. Antonio Gariboldi nell’anno accademico 2021/2022, unitamente all’ipotesi che la realizzazione di un “laboratorio riflessivo”, avrebbe potuto favorire la crescita di un’équipe duramente provata, negli anni, da problematiche di varia natura. Il presente elaborato è articolato in quattro capitoli. Nel primo capitolo ho affrontato il tema dell’evoluzione del ruolo della pedagogia come strumento di costruzione sociale e l’importante tema dei bisogni formativi rispetto alle raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa; nel secondo capitolo ho descritto le coordinate della professione educativa con riferimento alla storia dei servizi nido e scuola dell’infanzia, in Italia, evidenziando il parallelismo tra una crescente richiesta della società di strutture a sostegno della famiglia, e la presa di coscienza del valore del percorso educativo per lo sviluppo di una società democratica e complessa come quella attuale; nel terzo capitolo ho affrontato il tema della riflessività nella pratica educativa a partire dal lavoro di Schon, che nelle sue ricerche ha posto a confronto il paradigma della razionalità tecnica con il paradigma di riflessività. In seguito sono entrata nel merito del valore della riflessione nel settore educativo, approfondendo le modalità di progettazione di un laboratorio riflessivo con un approfondimento sulla gestione delle dinamiche di gruppo e sulla complessa conduzione del gruppo da parte del coordinatore pedagogico. Nel quarto capitolo, infine ho descritto l’esperienza compiuta presso il Centro d’infanzia Marco Polo di Piacenza nell’anno educativo/scolastico 2022/2023.
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