Riassunto analitico
A fronte dei numerosi cambiamenti che avvengono nella nostra società, dei nuovi attori che mostrano differenti bisogni e necessitano di sostegno, la figura del coordinatore pedagogico rappresenta l’occasione all’interno dei servizi educativi per dimostrare come questi ultimi hanno un valore che deve essere posto maggiormente in rilievo. La presenza del coordinatore valorizza la dimensione educativa del servizio, il quale agisce ponendo in relazione teoria e prassi ma soprattutto sostenendo, connettendo e promuovendo in modo dinamico e concreto gli operatori e i loro bisogni in qualunque occasione. Molto spesso, però, quando si sente parlare del coordinatore, non tutti sanno a chi si sta facendo riferimento e quali sono le specificità del suo ruolo. Con questo lavoro di tesi, dunque, si cercherà di delineare tale figura professionale per comprendere al meglio le funzioni che lo qualificano, con particolare attenzione al suo ruolo nei servizi educativi dell’infanzia. Si partirà dall’analizzare, attraverso un breve excursus teorico, l’evoluzione della figura del Coordinatore Pedagogico. Questo consentirà di comprendere com’è cambiato il suo ruolo e le sue funzioni in riferimento ad un mandato di promozione della qualità educativa. La presentazione di una ricerca svolta nel contesto del Coordinamento Pedagogico Provinciale di Modena permetterà di delineare i confini professionali del coordinatore, nonché di esaminare, grazie alle parole dei singoli operatori, le problematiche che tale figura affronta nel quotidiano all’interno dei servizi dell’infanzia. Partendo dalla consapevolezza che tali servizi cambiano con l’evolversi della società e dei bisogni emergenti, lo scopo di ogni operatore che lavora all’interno di questi ultimi è quello di accompagnare tali trasformazioni attraverso la promozione di processi e pratiche che pongano al centro l’inclusione. Il tema dell’educazione inclusiva è il punto chiave per accompagnare i nuovi attori che si mostrano oggi sempre più con culture e sguardi diversi, ma che devono essere letti come punti di forza e di ricchezza per il servizio nella crescita di ogni vissuto all’interno della quotidianità. Non sempre, però, gli operatori sono ben preparati per la promozione dei processi e delle pratiche inclusive, in quanto richiede loro di agire su diversi livelli passando da un piano teorico a uno pratico e progettuale. Diviene sempre più difficile anche la formazione su questa tematica, a causa della mancanza di risorse economiche e delle dimensioni di queste piccole realtà territoriali. Come riuscire ad essere operatori preparati che agiscono all’interno di un servizio coerente e globale in un’ottica inclusiva? Vengono promossi e attivati questi processi all’interno dei servizi della prima infanzia delle realtà della provincia di Modena? A fronte di questi quesiti si è deciso di svolgere una ricerca nel territorio di Mirandola (provincia di Modena). Si sono definiti gli obiettivi e la metodologia che hanno orientato l’indagine. L’analisi dei dati permetterà di dimostrare, da un lato, che nel territorio analizzato gli operatori (coordinatore pedagogico, coordinatore delle attività educative e didattiche e insegante), agendo verso obiettivi comuni con dialogo e confronto, realizzano un servizio inclusivo; dall’altro lato la ricerca ha permesso anche di mettere in luce le aree che presentano fragilità e che necessitano di un miglioramento. Tutto ciò ha evidenziato quanto le piccole realtà, oggi degne di poca attenzione, possono essere le basi da cui ripartire dopo l’emergenza sanitaria Covid-19 che ha rallentato i meccanismi alla base dell’insegnamento inclusivo, grazie alla presenza di professionisti che agiscono con organicità e coerenza all’interno della loro pratica quotidiana.
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